Pugno di ferro di Israele: 160 raid su Gaza. Già 25 le vittime palestinesi. Il Likud incita: schiacciamo la testa del serpente
Sono stati 160 i raid aerei effettuati dall’aviazione israeliana nella notte (almeno 25 le vittime palestinesi). Dall’inizio dell’operazione “Margine protettivo” sono stati effettuati 430 attacchi aerei. “Israele – recrimina Hamas – ha varcato una grave linea rossa, e ne subirà conseguenze”, anche per aver bombardato la scorsa notte la casa di Raed al-Attar, uno dei comandanti del braccio armato di Hamas. Al-Attar è stato tra l’altro uno dei rapitori del caporale Ghilad Shalit (rapito nel 2006 e liberato nel 2011 in cambio dell’uscita dal carcere di un migliaio di palestinesi). Secondo l’esercito israeliano sono invece 225 i razzi lanciati dalla Striscia. Circa 40 di questi sono stati intercettati dal sistema anti-missili Iron Dome.
A Tel Aviv nelle prime ore del mattino è suonato ancora l’allarme e si sono sentite tre esplosioni. Le sirene sono risuonate a Tel Aviv, Modin, Rishon Letzion, Ashdod, Ashkelon, Rehovot, ma anche nel sud del paese. La polizia ha invitato i cittadini a essere sempre vicini ai rifugi. Dopo le parole di Netanyahu, da parte del governo israeliano la parola d’ordine è “andare fino in fondo”. “Ormai è chiaro: soluzioni parziali non servono! Vanno dati all’esercito ordini chiari: rimuovere la minaccia dei missili e schiacciare la testa del serpente”: così si esprime su Facebook il ministro israeliano dei trasporti Israel Katz, un dirigente del Likud. La settimana scorsa, ricorda la stampa, Katz aveva invocato l’uccisione di Ismail Haniyeh, ex capo dell’esecutivo di Hamas a Gaza.
Gli fa eco Saebe Erekat, capo negoziatore dell’Autorità nazionale palestinese: “Non c’è più tempo da perdere. Il mondo fermi la mano d’Israele e faccia pressione perché cessino immediatamente gli attacchi aerei. Una nuova invasione di Gaza sarebbe la tomba di ogni speranza di pace”.