Amnesty loda l’Italia per “Mare Nostrum”, ma gli sbarchi confermano che servono l’Ue e Frontex

9 Lug 2014 17:04 - di Valeria Gelsi

In tutta Europa la spesa per proteggere le frontiere è di gran lunga superiore a quella per l’accoglienza degli immigrati. A spiegarlo è un dossier di Amnesty international, chiamato “Il costo umano della Fortezza Europa: le violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti e dei rifugiati alle frontiere d’Europa”.

Lo studio riferisce che dal 2007 al 2013 l’Ue «ha speso quasi 2 miliardi di euro per proteggere le sue frontiere esterne, ma solo 700 milioni di euro per il miglioramento della situazione di richiedenti asilo e rifugiati all’interno dei propri confini». Fra gli altri, è portato l’esempio della Spagna, che nel controllo delle coste ha investito 32 volte di più che negli aiuti. L’Italia è presentata, invece, come esempio positivo, in virtù dell’operazione Mare Nostrum, il cui scopo è arginare i naufragi e, quindi, il numero dei morti in mare. Amnesty international ha lanciato un appello agli altri Stati Ue perché lo replichino. La cronaca italiana recente, però, racconta che le morti, a decine e decine, si verificano comunque e che sono connesse al fenomeno stesso del traffico di uomini, donne e bambini, a partire dalle condizioni spaventose con cui vengono ammassati sui barconi. Racconta, dunque, che l’approccio umanitario non è garanzia di vite salvate e, anzi, può essere controproducente, incentivando viaggi che ormai da tempo giovano solo a criminali internazionali senza scrupoli.

La stessa Italia, pur avendo percorso con convinzione la strada intrapresa dal governo Letta nel tentativo di evitare le stragi, ritiene che Mare Nostrum non abbia le caratteristiche dello strumento strutturale e, soprattutto, strategico per fare fronte ai fenomeni migratori. Non a caso, nei mesi, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha continuato a chiedere con insistenza alla Ue che Frontex subentrasse. Una richiesta reiterata anche in questi giorni, con l’appello a fare presto, e alla quale ora sembra arrivare una risposta del presidente in pectore della Commissione Ue, Jean-Claude Junker, che in una audizione al Parlamento europeo, in cui ha parlato di maggiori risorse per Frontex, ha sottolineato che «i Paesi del nord che devono garantire maggiore solidarietà ai Paesi del sud sull’immigrazione clandestina e l’asilo». Bastano i numeri degli sbarchi, del resto, per capire che nessun Paese potrebbe andare avanti a lungo nelle condizioni in cui sta andando avanti l’Italia. Solo nelle ultime ore si sono contati 104 arrivi a Pozzallo, nel Ragusano, il cui centro di accoglienza ospita già 144 immigrati; 350 arrivi a Palermo, dove sono stati accompagnati gli immigrati soccorsi nei giorni scorsi dalla Marina militare; 1353 persone giunte a Taranto, fra le quali dieci donne in gravidanza, quattro neonati, dei quali uno di soli quattro giorni, e 66 persone per le quali è stato necessario avviare una terapia farmacologica a base di antibiotici perché si sospetta che abbiano contratto la scabbia.

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