«Poteri occulti internazionali vogliono un’Italia debole». Anche il cardinale Bagnasco tra i “complottisti”

10 Mag 2014 10:48 - di Redattore 92

Esistono «poteri economici e finanziari» che hanno interesse ad avere un’Italia «sempre più debole, smarrita, quindi facile preda di interessi economici, politici, ideologici. Di fronte allo smarrimento e alla debolezza, chi è più forte e ha le idee più chiare ha buon gioco». Lo dice il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, in un’intervista al Corriere della Sera, trovandosi in compagnia di quanti, politici e intellettuali, da anni lo vanno dicendo e vengono frettolosamente liquidati come “complottisti” o “paranoici”. Bagnasco non fa nomi, ma l’identikit è preciso e fa venire in mente organizzazioni che (più o meno indirettamente) hanno deciso anche la caduta del governo Berlusconi. «Esistono centrali internazionali – dice il presidente dei Vescovi italiani ad Aldo Cazzullo – forze e centri di potere più o meno chiari che non hanno nulla di istituzionale e nessuna legittimità democratica». Si leggono le parole del presidente della Cei  e non si può fare a meno di pensare a gruppi come il Club Bilderberg (del quale il principale esponente italiano è Mario Monti) che per quest’anno «si riunirà in Danimarca a fine maggio», come comunicato dal sito ufficiale dell’organizzazione con una formula tanto vaga quanto criptica. L’allarme lanciato dal massimo rappresentante della Chiesa italiana, che vede una società eterodiretta da poteri forti che hanno interesse a una società debole dal punto di vista economico e politico, fa tuttavia il paio con la presa di distanza dalla deriva grillina che vede “complotti” ovunque. Il Movimento 5 Stelle? «Preoccupa – spiega Bagnasco – perché è un fenomeno di rivolta, di ripulsa, di rifiuto; in sostanza, di sfiducia. Ma se una società non è tenuta insieme dalla fiducia reciproca, degenera nel tutti contro tutti. Distruggere non basta, occorre costruire». Da qui l’auspicio che «la contestazione vuota, il “tutti a casa”, si converta in una posizione costruttiva e propositiva».  E ora? È tempo di rimboccarsi le maniche, avverte il numero uno della Cei: «Ai politici ho detto che devono prendere molto sul serio il disagio diffuso specialmente tra la gente media e più povera. E tra i giovani che non trovano lavoro. Non basta dichiarare buone intenzioni, se ogni giorno viene fuori un fatto che sembra andare in senso opposto: corruzione, privilegi». Per non lasciare l’Italia in mano ai «poteri occulti».

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