Novartis e Roche, il ministero chiede 1,2 miliardi di risarcimento per tre anni di danni
L’appuntamento è per il 5 novembre prossimo. Quel giorno l’azienda farmaceutica Novartis saprà in maniera certa se dovrà lasciare nelle mani dello Stato italiano, assieme all’altro colosso Roche, i 180 milioni di euro della supermulta comminata dall’Antitrust due mesi fa per aver fatto cartello fra di loro e, di fatto, “imposto” allo Stato italiano un farmaco per le cure oculari molto più costoso, il Lucentis rispetto ad un altro di pari efficacia, l’Avastin utilizzato, però, come farmaco off-label, ovvero fuori dalle indicazioni previste.
Nell’attesa della sentenza, che rappresenta un unicum per le dimensioni della multa, la decisone dell’Antitrust rimane efficace e la sanzione pecuniaria dovrà comunque essere pagata dalle case farmaceutiche. Ma il ministero della Sanità, per conto dello Stato italiano, ha fatto le sue contromosse. E ha calato sul tavolo anche la sua richiesta di risarcimento per i danni subiti dalla collettività a causa del comportamento sanzionato dall’Antitrust. Anche qui non si parla di spiccioli: il dicastero pretende da Novartis e Roche 1,2 miliardi di euro in tre anni.
Sia Roche che Novartis si sono difese definendo non reale le cifre indicate dal ministero della Salute e ricordando entrambe che, al momento, non c’è ancora alcuna sentenza, visto che nell’udienza di ire di fronte al Tra del Lazio è stato appunto tutto rinviato a novembre quando è prevista l’udienza di discussione. La Roche si è dichiarata «sorpresa» della richiesta del ministero precisando, appunto, che «le cifre riportate appaiono comunque irreali» e che , per «il provvedimento su cui poggia» la richiesta, «non esiste una sentenza, neanche di primo grado, che abbia attribuito alle aziende la responsabilità del presunto danno né, tantomeno, quantificato tale danno», mentre Novartis contesta tanto la richiesta di risarcimento quanto le cifre indicate dal ministero rilevando che «la spesa generata da Lucentis a carico del Servizio Sanitario Nazionale nel periodo gennaio-settembre 2013 è stata pari a 38,6 milioni di euro, in linea con i dati registrati nel 2012». Come dire: se la spesa dello Stato per acquistare il farmaco più costoso è stata di 38 milioni di euro come fa il ministero a chiedere un risarcimento di 1,2 miliardi di euro?
In realtà, come ha poi spiegato il ministero, la cifra complessiva di 1,2 miliardi di euro è la sommatoria del risarcimento di tutti i danni patrimoniali – circa 45 milioni nel 2012, 540 milioni nel 2013 e 615 milioni nel 2014 – e dei danni non patrimoniali patiti dal Servizio Sanitario nazionale per il comportamento tenuto dalla società F.Hoffmann-La Roche Ltd, Roche Spa, Novartis AG e NOVARTIS Farma S.pA. come «un’intesa orizzontale restrittiva della concorrenza finalizzata alla commercializzazione del farmaco Lucentis molto più costoso del farmaco Avastin, ad esso equivalente».
Nel quadro generale, la decisione di ieri delle due aziende Novartis e Roche di rinunciare davanti al Tar del Lazio a richiedere la sospensiva della multa erogata due mesi fa
dall’Antitrust è stata “letta” dalla Societa’ Italiana di Oftalmologia, la Soi, parte attiva nella vicenda e nella denuncia dell’accordo sanzionato dall’Autorità come un atto di debolezza delle due aziende: «Evidentemente la memoria tecnico scientifica presentata in giudizio da Soi – sostiene Matteo Piovella, Presidente della Società – è stata sicuramente articolata e circostanziata meglio tra quelle presenti sotto il punto di vista medico scientifico e ha suggerito la predetta decisione poiché in caso contrario molto probabilmente il Tar avrebbe respinto quanto richiesto da Roche e Novartis».
«Presentare istanza di sospensiva della decisione adottata dall’Antitrust è una facoltà processuale delle parti – replica la Novartis sostenendo di aver deciso autonomamente di rinunciare a discutere l’istanza di sospensiva – «poiché interessata a giungere ad una definizione sul merito del giudizio circa la illegittimità della decisione assunta dall’Antitrust in tempi brevi, considerata la rilevanza e la
complessità del caso».
Peraltro il ministero ha deciso di procedere nella stessa maniera anche nei confronti di un altro colosso farmaceutico, la Pfizer, con una richiesta danni di 14 milioni di euro a causa del «comportamento di abuso di posizione dominante in relazione alla commercializzazione del farmaco Xalatan», un collirio che al pubblico sta circa 20 euro.