Sardegna, Arzachena in guerra contro il Qatar per i parcheggi in Costa Smeralda

15 Apr 2014 13:20 - di Redazione

È un po’ Davide contro Golia la storia del Comune di Arzachena contro la holding del Qatar proprietaria della Costa Smeralda. Il piccolo comune in provincia di Olbia è pronto a dare battaglia alla società araba, espropriandone i terreni, dopo che questa, con grossi massi e cartelli con su scritto «proprietà privata», ha chiuso l’accesso

alle aree adibite a parcheggio delle spiagge di Liscia Ruja, Pevero e Romazzino. La delibera che dà l’avvio alle procedure andrà in votazione oggi ed è considerata l’unico modo per salvare la stagione estiva e le sue anticipazioni, a partire da questo fine settimana di Pasqua. Senza l’accesso ai parcheggi, che garantiscono la sosta a 600-700 auto, infatti, migliaia di persone rischiano di dover percorre a piedi chilometri e chilometri prima di poter arrivare alla spiaggia. Uno scenario che, chiaramente, comprometterebbe in modo molto serio la fiorente industria del turismo locale. «In passato nessuno forse si era reso conto del problema – ha spiegato oggi il sindaco di Arzachena, Alberto Ragnedda – perché le aree sono sempre state messe comunque a disposizione dalla proprietà, ora invece la criticità è emersa e mi domando come mai non sia stata affrontata prima». Mai nessuno, dai tempi dell’Aga Khan in poi, aveva pensato di stravolgere questa consuetudine, che ora, invece, viene messa in discussione – pare – in vista di un ampliamento dell’hotel Cala di Volpe. Le aree parcheggio delle spiagge negli ultimi cinquant’anni sono state sempre concesse al Comune e venivano trasformate in zone di sosta, che sono necessarie non solo per i turisti, ma anche per motivi di sicurezza: servono ad assicurare l’agibilità del servizio anti-incendi sulla costa. «L’avvio dell’esproprio – ha assicurato il sindaco di Arzachena – è immediato. Abbiamo rimodulato dei vecchi progetti del 2000 e anche se la procedura è lunga, siamo certi che per la stagione 2014 i parcheggi saranno disponibili. D’altra parte si tratta di aree di interesse pubblico che devono esser messe a disposizione della popolazione».

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