Il manager d’oro Moretti manda in soffitta gli Intercity: «Costano troppo». Rivolta dei consumatori

4 Apr 2014 20:23 - di Giorgia Castelli

Addio agli Intercity. L’ad delle Ferrovie, Mauro Moretti minaccia di dimettersi se il suo super stipendio (850mila euro) viene tagliato ma poi non esita a sopprimere gli Intercity perché costano troppo e portano pochi guadagni. I treni che collegano circa duecento città grandi e medie, dal Nord al Sud, usciranno definitivamente dalla rete ferroviaria a fine giugno per essere in parte sostituiti da servizi di trasporto locali. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario per le Infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso de Caro rispondendo a un’interpellanza urgente alla Camera spiegando che Trenitalia «ha comunicato al ministero dei Trasporti la sua intenzione di sospendere l’effettuazione in regime di mercato», cioè senza sovvenzioni pubbliche, di altri dieci Intercity. Fs ha evidenziato al ministero «l’opportunità di inserirli nell’ambito del contratto di servizio in essere, sostenendone l’onere, analogamente a quanto avviene per gli altri Intercity». Passerebbero cioè dal regime di mercato al cosiddetto “servizio universale”, che garantisce tutti quei treni che hanno una certa valenza sociale (ad esempio quelli dei pendolari) e per i quali lo Stato copre almeno una parte dei costi. Secondo Ferrovie dello Stato questi dieci treni, ha spiegato ancora Del Basso de Caro, presentano «un rapporto costi-ricavi fortemente negativo, con perdite rilevanti», portando ad una situazione “insostenibile” dal punto di vista finanziario. Viste le segnalazioni sul tema, ha sottolineato il sottosegretario, è stato «attivato un tavolo di confronto con le singole regioni interessate e Trenitalia». I dieci treni Intercity in questione riguardano i passeggeri di nove regioni, è spiegato nell’interpellanza: Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Liguria, Umbria e Campania.  Ma il Codacons non ci sta definendo la decisione di Trenitalia «una vergogna». Per l’associazione dei consumatori, che ha chiesto le dimissioni del sottosegretario Del Basso de Caro, «è una palla colossale che gli Intercity servano solo flussi pendolari per tratte limitate, paragonabili al trasporto ferroviario locale gestito dalle regioni. È solo una scusa per eliminarli e per completare la strategia di Moretti di costringere gli italiani a prendere i treni super veloci, pur se non hanno alcuna necessità di dover raggiungere una destinazione a tempo di record, pagando prezzi sempre maggiori, esorbitanti. Evidentemente il sottosegretario è “Caro” di nome e di fatto». Il Codacons ha sottolineato che «è con questa strategia che in questi anni i viaggiatori sono stati progressivamente costretti a passare dagli Espressi agli Intercity, dagli Intercity agli Eurostar, dagli Eurostar ai Freccia Rossa, pagando sempre più soldi per gli stessi identici viaggi. Se gli Intercity fossero rami secchi, e così non è, lo sarebbero solo perché ce li hanno fatti diventare, mettendoli in orari improbabili, con orari d’arrivo inutilizzabili».

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