Ecco perché la Le Pen sbancherà alle europee: viaggio a Béziers, dove il sindaco è un trozkista eletto con il Fn

23 Apr 2014 13:14 - di Valeria Gelsi

C’è anche un trozkista fra i sindaci francesi eletti con il Front national di Marine Le Pen. La sua storia e la storia della cittadina che guida, Béziers, sono al centro di un’inchiesta del Sole 24 ore, da cui emerge l’immagine di un partito ben lontano dallo stereotipo cucito addosso al Fn. Robert Ménard,

uscito vincitore da un ballottaggio a tre con il 47% dei voti, è nato in Algeria 61 anni fa. Nella sua “vita precedente” è stato trozkista e poi socialista. Prima di diventare un caso per l’elezione in una lista civica appoggiata dalla destra, era comunque un personaggio molto in vista: giornalista, è stato fondatore e per 23 anni segretario generale di Réporters sans frontières. «Un personaggio, Ménard», come scrive il Sole. Uno da cui non ci si aspetterebbe l’adesione al Fn. Almeno non a quello raccontato da molte cronache italiane. Anche in Francia c’è chi minimizza. «È stato un tipico matrimonio di interessi», ha detto al Sole Arnaud Gauthier, cronista del quotidiano Midi Libre, parlando del sodalizio tra Ménard e il partito della Le Pen. «All’estrema destra, che ottiene da tempo dei buoni risultati nelle elezioni nazionali ma non in quelle locali perché non ha candidati di peso, serviva una figura popolare. Ménard aveva bisogno di uno zoccolo duro di elettori, che poteva garantirgli il Front con il suo 20-25%, per realizzare una campagna vincente», ha proseguito il giornalista. Messa così, sembra quasi che la scelta di Ménard sia stata del tutto strumentale. Due fatti, riportati anch’essi dall’articolo di Marco Moussanet, però, smentiscono l’impressione indotta dalle parole di Gauthier. Il primo è che Ménard già nel 2011 scrisse un libro intitolato Viva Le Pen!; il secondo è che dichiara di condividere «l’80% delle idee» del Fn. Dunque, un’adesione che, se non è totale, è comunque piena. Dalle politiche sull’immigrazione all’euroscetticismo, l’ex guida di Réporters sans frontières si ritrova in tutti i punti qualificanti del programma della Le Pen e su questo ha vinto a Béziers, cittadina di 71mila abitanti che una volta era ricca e che oggi è «la terza più povera di Francia». Vi si viveva – bene – di produzione vinicola, finché la crisi da una parte e le conseguenze delle politiche europee dall’altra non hanno messo in ginocchio il settore. I cittadini di Béziers, dunque, non sono euroscettici per una pulsione, ma per aver misurato sulla propria pelle gli effetti della perdita di sovranità su settori chiave per l’economia locale e nazionale. Per questo quel «votate patriottico» che è lo slogan del Fn per le europee promette di essere particolarmente incisivo. «L’Europa qui non interessa a nessuno, è qualcosa di estraneo, che la gente non capisce, che non gli appartiene. Tra astensione e rifiuto, il risultato anti-europeo sarà enorme», ha detto Ménard, chiarendo che non si occuperà della campagna elettorale perché impegnato a rispondere ai problemi del territorio. «Anche se i suoi slogan della campagna per le comunali – sull’ordine, la sicurezza, l’immigrazione, la fierezza – sembravano fatti apposta per quella europea del Front national», ha sottolineato il cronista del Sole 24 ore, che in un altro passaggio dell’articolo aveva sottolineato come «Ménard ha bussato a 18mila porte, strappando un voto alla volta». Il 25 maggio, giorno delle europee, saranno passati appena due mesi dal voto per le comunali, che c’è stato a fine marzo, e non solo nel Fn c’è chi scommette che l’onda lunga delle amministrative si farà sentire anche per Bruxelles: «Il 25 maggio non andranno a votare e chi ci andrà voterà Le Pen», ha pronosticato anche Gauthier.

 

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