Alloggi a Roma, bufera sul vicesindaco Nieri intercettato mentre parla con una okkupante

25 Apr 2014 20:39 - di Antonella Ambrosioni

Non restano che le dimissioni o la richiesta di impeachment invocate da tutto il centrodestra capitolino per il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, autore di una delle pagine più gravi: la connivenza con il movimento degli occupanti delle case popolari con i quali concordava le mosse durante lo sgombero dell’Angelo Mai e ai quali prometteva che avrebbe «forzato la mano». Lo inchioda l’intercettazione depositata agli atti del riesame che sarà discusso lunedì prossimo, registrata la mattina del giorno successivo allo sgombero, il 21 marzo. All’altro capo del telefono c’è una portavoce degli occupanti, Giorgina Pilozzi del Comitato popolare di lotta per la casa. Parla il vicesindaco di Sel, Nieri: «Dobbiamo fare un incontro io e la segreteria del sindaco tra oggi e domani mattina sulla… con l’avvocatura, per capire come procediamo sul passaggio, soprattutto per quanto riguarda la vicenda dell’Angelo Mai, ma non solo. Ieri sera abbiamo forzato la mano…». Il riferimento è al fatto che la notte prima il comune era riuscito a far sospendere gli sgomberi utilizzando i poteri di emergenza previsti dalla legge. Pilozzi: «Una volta che loro ve li riconsegnano poi voi potete farne ciò che ne volete, giusto?». Nieri: «Diciamo che già ieri sera noi abbiamo fatto un paio… ieri sera è stato un anticipo di quello che sarebbe avvenuto. E ce li hanno consegnati per rispetto alle due occupazioni. Però veramente in un paio di ore facciamo tutto eh? Va bene». E ancora: «Intanto lì puoi dire che noi stiamo procedendo a quello che abbiamo detto ieri. Praticamente a far ripristinare lo stato precedente ai fatti (sorride)».

«Si era già da tempo evidenziata la contiguità tra aree della sinistra capitolina e i movimenti di occupazione abusiva delle case», stigmatizza Sveva Belviso, capogruppo di Ncd, che squarcia il velo di un malaffare che vive sulla pelle dei più disagiati, i senza casa. «In tutto il mondo civile, le case si assegnano in base alle graduatorie di legge. A Roma c’è un porto franco, un racket politco-culturale che ritiene di vivere del tutto al di fuori delle regole, e che fa della disperazione della gente un serbatoio di consenso elettorale. Le intercettazioni del vicesindaco Nieri sono agghiaccianti. Quando Nieri dice che ci penserà lui a forzare la mano al Tribunale, a chi si riferisce? A chi si riferisce – incalza- quando dice, parlando con un’indagata: tranquilla al giudice ci penso io?. Esistesse l’istituto dell’impeachment per un vicesindaco, ebbene per Nieri sarebbe impeachment pieno. Ma ci acconteremmo anche delle dimissioni, purché immediate. Chiediamo al ministro dell’Interno Angelino Alfano di intervenire a tutela dell’ordine pubblico che questa amministrazione comunale sta compromettendo trescando con i teppisti e i fuorilegge».
L’indagine che ha portato allo sgombero degli edifici occupati in via delle Acacie, del cosiddetto ex Hertz e dell’Angelo Maj e a iscrivere al registro degli indagati 39 persone di cui 15 per associazione a delinquere, testimonierebbe come alcuni esponenti del Comitato popolare di lotta per la casa potessero contare su più di un appoggio in ambienti politici di centrosinistra. «Il sindaco deve intervenire, chiarendo i rapporti della sua amministrazione con questi soggetti», chiede Vincenzo Piso del Ncd, invocando un consiglio comunale straordinario. Insomma, sono in corso a Roma assegnazioni mascherate di alloggi popolari ad occupanti abusivi senza titolo. L’inchiesta fa emergere interrogativi inquietanti. Alle occupazioni e ai ricatti dei movimenti dell’estrema sinistra per la lotta alla casa sarebbero collegate le decisioni che il Campidoglio ha assunto caldeggiando l’assegnazione di alloggi agli occupanti abusivi. Nieri giustifica con spudoratezza un caso di illegalità senza precedenti che avrebbe messo con le spalle al muro qualsiasi altra giunta di colore diverso: «Le mie conversazioni private identiche a mie dichiarazioni pubbliche. Mediare i conflitti è mio dovere». E poi la dice davvero grossa. « L’ha detto anche Papa Francesco: un sindaco deve farsi mediatore dei problemi della sua gente, altrimenti non fa il proprio dovere».  Gli inquirenti decideranno se tutto ciò si chiami senso del dovere o rientri in un caso di mediazione sociale… Intanto registriamo la scarsa evidenza nei titoli dei giornali, l’assenza di commenti da parte della sinistra – eccezion fatta per la solidarietà di Sel a Nieri – e anche la “tiepidezza” delle agenzie.

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