FI fa quadrato intorno a Berlusconi che si “dimette” da Cavaliere: «La sinistra sa vincere solo in tribunale»

19 Mar 2014 18:51 - di Guglielmo Federici

Sconcerto a amarezza. Non si placa l’indignazione dei parlamentari di Forza Italia che fanno quadrato intorno a Berlusconi, che intanto ha inviato una lettera di autosospensione alla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. Dopo la condanna dello scorso primo agosto

era iniziata un campagna denigratoria a mezzo stampa per sollecitare la revoca del titolo. Così accanimento dopo accanimento, ora non solo non potrà candidarsi per effetto retroattivo della legge Severino, ma gli viene negato pure il diritto di voto. Eppure la sua centralità politica è sotto gli occhi di tutti. «Il presidente Berlusconi oggi è il leader del centrodestra e protagonista del processo riformatore che sta attraversando il Paese, per lo stesso riconoscimento che il partito democratico gli ha dato. Ci sembra inimmaginabile che una personalità di questo tipo non possa essere candidata alle europee», rimarca, Paolo Romani, presidente dei senatori di FI, a Sky TG24, commentando la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a due anni di interdizione dai pubblici uffici. Circa la presenza del suo nome sul simbolo del partito nella scheda elettorale, Romani ha spiegato che «sicuramente Berlusconi in ogni modo sarà comunque presente, sia come leader del centrodestra, sia sulla scheda con il nome Berlusconi. Sul nostro marchio possiamo scrivere quello che vogliamo e intendiamo identificare il marchio di FI con il presidente Berlusconi».

«Quanti sospiri di sollievo a sinistra per l’ennesima ingiustizia: vincere in tribunale è più facile che nelle urne!», scrive su su twitter Giovanni Toti, suo consigliere politico. È ormai un fatto che «per Silvio Berlusconi è impossibile avere giustizia. Ma sarà lo stesso in campo, ci sarà in ogni caso. Per il resto ci adegueremo a quello che dicono le leggi», afferma Toti al Tg3. Quanto all’ipotesi trapelata sulla presenza del nome Berlusconi in lista attraverso la candidatura di una o di entrambe le figlie, Barbara e Marina, «la famiglia ha sempre smentito e a me non risulta», risponde Toti. Ma non finisce qui. «La sentenza della Cassazione ci lascia sconcertati. Si conferma il quadro del tutto iniquo nei confronti di Berlusconi, che tuttavia non ci fermerà», commenta il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. «La nostra battaglia per il ripristino della democrazia e della libertà continuerà perché Berlusconi resta il leader politico indiscusso del centrodestra. E questo nessuna sentenza della Cassazione potrà mai negarlo». Una sentenza che tuttavia «non sorprende», afferma sarcastica Renata Polverini. «È una ferita non soltanto per noi, ma anche per i milioni di elettori che  hanno scelto Berlusconi non più tardi di un anno fa. Speravamo che almeno questa volta si potesse sentire anche l’Unione europea, soprattutto sulla retroattività della norma. Ora andiamo avanti, ma a prescindere dalla sua candidatura, sarà sempre il leader dei moderati italiani e colui che ci guiderà nelle campagne elettorali». Ancora una volta la giustizia italiana ha mostrato il suo accanimento: dura la reazione di Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di FI ai microfoni del Tg5. «In netto contrasto con la giurisdizione europea, che per casi simili, anche recenti, ha previsto che non si possa applicare, né retroattivamente una legge per la decadenza nel caso di Berlusconi, né l’interdizione, come è avvenuto per la sentenza della Cassazione».

«Dopo la conferma dei due anni di interdizione a Berlusconi è ancora più evidente come il nostro sistema giudiziario ospiti al suo interno sacche di ingiustizia e di malagiustizia. L’intera vicenda del nostro leader dimostra infatti che, quando i confini tra magistratura e politica diventano sbiaditi, è la democrazia ad uscirne con le ossa rotte», analizza il deputato di FI, Luca Squeri. «Le ragioni di un intero movimento politico liberale sono state travolte da un superiore interesse: impedire a Berlusconi di rappresentare il suo popolo nelle istituzioni. Ora il nostro sguardo è a Strasburgo, dove speriamo che finalmente tutte le nostre ragioni vengano riconosciute».

Giunge una nota di solidarietà da parte del segretario  de La Destra, Francesco Storace. «Voglio esprimere affetto e amicizia a Silvio Berlusconi. Se la politica del centrodestra vuole essere seria nei suoi confronti cessino le divisioni. E anche FI deve fare un ragionamento di prospettiva: probabilmente nella fase che inevitabilmente si apre non hanno molto senso veti e sbarramenti. A partire dalle europee»

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