Europee, ora il Pd premia i ministri lettiani fatti fuori da Renzi. Probabile lo sbarco a Strasburgo di Bettini
Molti gli uscenti che ci riprovano e qualche riciclato illustre dell’ex governo Letta rimasto senza poltrona. Al Nazareno fervono le trattative per chiudere il rompicapo delle candidature europee: il dado non è ancora tratto (sarà la direzione del 31 marzo a chiudere) ma dai primi nomi che circolano si capisce che per l’Europa il partito ha rinunciato alla stella polare della rottamazione per seguire criteri dettati dagli equilibri interni messi a dura prova dal “cambio di verso” impresso da Renzi. Pax e continuità: le parole d’ordine. Resta in pista infatti, quasi tutta la squadra uscente, a partire da David Sassoli che guiderà la lista nell’ Italia centrale come nel 2009. Ci riprovano l’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici, i laziali Roberto Gualtieri, Guido Milana e Francesco De Angelis, in lista anche l’evergreen Silvia Costa. Nel Sud il primo posto sembra prenotato dal sindaco uscente di Bari Michele Emiliano chiamato al derby con Gianni Pittella, che punta ad avere una deroga alla ricandidatura nonostante i tre mandati alle spalle. Tra le new entry spuntano a sorpresa tre ex ministri del gabinetto Letta fatti fuori dal premier demolitore: quasi certe le candidature di Maria Chiara Carrozza (ex titolare dell’Istruzione), di Cécile Kyenge (Integrazione) e Flavio Zanonato (potente ex ministro dello Sviluppo economico). Una scelta che ha il sapore del “risarcimento” dopo tante polemiche sulla squadra renziana a Palazzo Chigi mentre Enrico Letta, tornato pochi giorni fa alla Camera che aveva disertato dal giorno della fiducia, punta dritto all’incarico di commissario europeo allo scadere del mandato di Tajani. Ma anche qui il gioco delle correnti e le ambizioni personali fanno la parte del leone e l’ex premier dovrà vedersela in casa con un rivale pesante del calibro di Massimo D’Alema, che può contare sul sostegno dell’area Dem e sul ritrovato feeling con Renzi, fino a poco tempo fa considerato un ragazzino viziato e senza esperienza. In lista forse anche Alessandra Moretti, bersaniana doc, già portavoce dell’ex segretario alle primarie che potrebbe lasciare Montecitorio per Strasburgo. Lasciano la mano invece Luigi Berlinguer, Vittorio Prodi e Rita Borsellino. Ma la vera notizia è il probabile sbarco in Europa di Goffredo Bettini, il deus ex machina del modello Roma che ha allevato Rutelli e Veltroni e che ha tirato fuori dal cilindro la candidatura di Ignazio Marino. Forse l’unica scelta sfortunata dell’esperto e colto regista dell’epopea di sinistra nella capitale.