Dopo gli F35 ora tocca alla Garibaldi: vogliono venderla all’Angola per fare cassa e… pacifismo

20 Mar 2014 18:38 - di Aldo Di Lello

Si parla da qualche giorno sui giornali della possibilità che l’Italia dismetta e venda, nel quadro dei tagli alla spesa e alle esigenze di cassa dello Stato,  la portaerei Garibaldi. Questa ventilata cessione di un gioiello della Marina militare lascia decisamente interdetti, anche perchéfa un po’ il paio con l’iniziativa del Pd volta a  dimezzare l’acquisto degli F35 da 90 a 45 esemplari. Sarà anche uno che vuole andare al di là della destra e della sinistra, Matteo Renzi, fatto sta però che il suo ingresso a Palazzo Chigi è coinciso a un massiccio attacco, sotto l’ombrello della spending review, alla spesa militare e all’ammodernamento delle nostre Forze Armate. Si tratta – è superfluo ricordarlo – di un vecchio leit motiv della sinistra italiana, che ha sempre espresso un’antica ripulsa per tutto ciò che sa di armamenti e forza militare in nome di mai sopiti ideali pacifisti, neutralisti, terzomondisti. Le tabelle preparate da Cottarelli offrono ora l’occasione a dem e dintorni di far coincidere la tradizionale cultura antimilitarista con l’etica del rigore e della parsimonia oggi egemone nella comunicazione politica.

Nel caso della Garibaldi (che secondo varie indiscrezioni verrebbe acquistata dall’Angola), la stampa  amica del governo fa notare che non si tratterebbe altro che di anticipare di cinque anni una dismissione comunque inevitabile, perché la portaerei (definita tecnicamente incrociatore tutto  ponte) è operativa da 31 anni e non sarebbe molto lontana dall’obsolescenza. Si è parlato anche di «ridondanza operativa» dal momento che, alla Garibaldi, si è affiancata nel 2009 la più grande e la più moderna portaerei Cavour. Agli esperti di armamenti l’ardua sentenza, ma il sospetto che si intenda approfittare dei tagli alla  spesa pubblica per rivedere al ribasso la proiezione geostrategica dell’Italia rimane assai forte. E parliamo di una scelta politica, non cero tecnica. Una scelta che peraltro  non tiene conto del quadro in evoluzione alle frontiere dell’Europa. Se dal Mar Nero dovessero partire nuove tensioni vero il Mediterraneo  la Garibaldi potrebbe  sicuramente tornare utile. Perché allora tanta fretta nel venderla? Se vogliono tornare alla vecchia Italietta provinciale e rinunciataria sono certo padroni di farlo. Ma dovrebbero almeno avere il coraggio di dirlo apertamente.

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