Devestarono la Statale di Milano: rischiano da 8 a 15 anni gli “okkupanti” dell’estrema sinistra

26 Mar 2014 18:01 - di Redazione

Rischiano da 8 a 15 anni gli studenti indagati per l’occupazione della Statale di Milano del 2008. In 19 hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini, in cui la Procura ipotizza i reati di devastazione e saccheggio nell’ambito delle proteste del movimento “Onda”, che si scagliò contro le politiche per l’università dell’allora governo Berlusconi. Gli studenti rispondono anche di violenza privata e interruzione di pubblico servizio, ma si tratta di due capi di imputazione che cadranno in prescrizione nei prossimi mesi. Per le altre due accuse, le più pesanti anche in termini di eventuale pena, la prescrizione non avverrà prima del 2023. «L’accusa sembra sovradimensionata. Non si è mai vista un’accusa di devastazione per aver passato una notte in Università. La devastazione è un reato contro l’ordine pubblico e qui non parliamo di un’occupazione militare, ma stiamo parlando di un’occupazione studentesca», ha detto uno dei legali dei giovani, l’avvocato Mauro Straini. Secondo la Procura, invece, gli studenti avrebbero compiuto una «pluralità di atti aggressivi e pericolosi» che avevano il «fine evidente di occupare, danneggiare, depredare, di assumere il controllo della sede universitaria, compromettendo l’ordine pubblico». Secondo le indagini, durante l’occupazione, dalla mensa e dal bar dell’ateneo fu portato via un «ingente quantitativo di derrate alimentari» e furono danneggiati alcuni locali dell’edificio. In particolare, gli studenti sono accusati di aver forzato e manomesso le serrature di alcune porte, tra cui quella dell’ingresso al Rettorato e quelle della guardiola della portineria e del punto vendita Cusl, di cui sarebbe stata anche distrutta l’insegna. Inoltre, gli studenti avrebbero danneggiato numerose porte antipanico e il portone dell’Aula Magna. Sempre secondo l’accusa, poi, gli occupanti avrebbero sradicato l’intonaco da alcuni muri e avrebbero anche causato «l’assoluto degrado dell’intero piano terra del settore didattico e delle salette dell’Aula Magna, le cui pareti e porte interne risultavano interamente coperte di scritte e disegni vari».

 

 

 

 

 

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