Costretta ad abortire in bagno dai medici obiettori? L’ospedale Pertini smonta la “bufala”
Una vicenda di quattro anni fa, denunciata solo ieri dall’Associazione Luca Coscioni e che aveva destato scalpore per quanto sembrava inverosimile. Oggi è arrivata la smentita ufficiale. La coppia che aveva denunciato di essere stata abbandonata ad abortire in un bagno dell’ospedale Sandro Pertini di Roma è stata in realtà «seguita da due medici non obiettori», e l’espulsione del feto è avvenuta invece «nella stanza di degenza». È quanto rende noto la Asl Roma B. «L’Asl Roma B ha provveduto a effettuare una verifica su quanto dichiarato dalla signora Valentina e cioè di essere stata lasciata senza assistenza durante un’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) avvenuta nell’ospedale Pertini nel 2010», spiega la stessa Asl in un comunicato. «Dalle verifiche risulta che la signora Valentina è stata seguita dal personale che ha l’obbligo dell’assistenza anche nel caso di obiezione di coscienza. Nel caso specifico due medici non obiettori che fanno parte dell’equipe istituzionalmente preposta all’Ivg. Pur comprendendo il disagio dovuto al lungo periodo di travaglio – si legge ancora – si fa presente che la rapidità della fase espulsiva del feto, avvenuta nella stanza di degenza alle ore 3 della notte, è un evento assai comune per il periodo gestazionale. La signora Valentina comunque è stata prontamente assistita e avviata alla sala parto per le successive procedure previste nel post parto». L’episodio, mai denunciato, era stato raccontato dai due giovani romani nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Associazione Coscioni contro i medici obiettori. La coppia romana aveva scoperto nel 2010 che la bimba che attendeva era affetta da una grave malattia genetica, di cui la madre era portatrice, per cui non c’è una prognosi di sopravvivenza, e ha deciso quindi di interrompere la gravidanza al quinto mese. «Riesco, dopo vari tentativi, ad avere da una ginecologa dell’ospedale Sandro Pertini un foglio di ricovero, perché soltanto lei non era obiettore – ha raccontato la donna -. Entro in ospedale e inizio la terapia per indurre il parto. Dopo 15 ore di dolori lancinanti, vomito e svenimenti partorisco dentro il bagno dell’ospedale con il solo aiuto di mio marito. Nessuno ci ha assistito nemmeno dopo aver chiesto aiuto più volte. Anzi a un certo punto sono entrati gli obiettori con il Vangelo in mano a dirci che commettevamo un crimine. Non li abbiamo denunciati soltanto perché eravamo sconvolti da quello che avevamo vissuto». Oggi è arrivata la smentita dell’ospedale Pertini.