Libri della settimana: Totò e Corto Maltese, i modelli sociali che hanno fallito, viaggio con ironia nel corpo umano, l’atto d’accusa di Chomsky

17 Feb 2014 15:28 - di Renato Berio

L’ultima recita a teatro di Antonio De Curtis, in arte Totò, avvenne a Palermo nel maggio del 1957. Da quest’evento parte Giuseppe Bagnati, autore di Totò, l’ultimo sipario (Nuova Ipsa, pp. 130, euro 12) che ricostruisce quella tournée dando voce ai personaggi che hanno partecipato: da Franca Gandolfi, la moglie di Modugno, a Mario Di Gilio, l’imitatore prediletto da Totò. Insomma l’autore ha cercato di raccontare episodi inediti, di portare alla luce particolari finora trascurati per distinguere il suo lavoro rispetto agli altri, innumerevoli titoli già esistenti sulla figura del grande comico partenopeo.

Un medico che ha collaborato con Hugo Pratt, Marco Steiner, firma un romanzo sulle prime esperienze di Corto Maltese (Il corvo di pietra, Sellerio, pp. 208, euro 13). Si svolge nell’anno del crollo del campanile di Venezia, il 1902, quando il marinaio della Valletta è ancora un ragazzo. Può essere letto, quindi, come il romanzo di formazione di Corto Maltese. Formazione all’avventura, e formazione del suo spirito di «imprevedibile meticcio mediterraneo», quasi cinico, ironico, ma devoto alla legge di lealtà e amicizia. Tre ragazzi uniti dall’amore per l’avventura e tre strani individui stretti in un patto esoterico di vendetta, si confrontano tra Venezia, Malta e la Sicilia: la posta è un tesoro legato al superamento di una prova che dannerà chi tenta e non riesce.

Se si parla sempre più spesso di crisi dell’Occidente, se ormai l’intero pianeta avverte un disagio che i profeti di sventura prevedono irreversibile, forse non è la realtà a essere in crisi, forse sono in crisi i nostri modelli esplicativi. Siccome le categorie mentali che abbiamo ereditato dall’epoca industriale non sono più capaci di spiegarci il presente, siamo indotti a diffidare del futuro, oscillando tra disorientamento e paura. Ma a chi tocca l’onere di elaborare questo nuovo modello? Ne esiste già un embrione da qualche parte? Nel suo libro Mappa mundi. Modelli di vita per una società senza orientamento (Rizzoli, pp. 874, euro 21) il sociologo Domenico De Masi parte dalle domande più urgenti del nostro tempo per avviare un’analisi a tutto campo dei modelli di vita elaborati dall’uomo nel corso dei secoli e spiega che la società postindustriale si basa sulla produzione di beni immateriali (servizi, informazioni, simboli) e i suoi valori sono legati alla soggettività, all’estetica, alla qualità della vita.

Un viaggio all’interno di un corpo umano vivente accompagnati da Frank González-Crussí (Organi vitali, Adelphi, pp. 339, euro 18). E non sarà solo un percorso attraverso i mondi strabilianti della nostra anatomia, ma anche un itinerario, fitto di sorprese, nella storia della cultura – tra medicina e filosofia, letteratura e psicologia –, accompagnati dalla più colta e brillante delle guide, capace di regalarci a ogni passo aneddoti irresistibili (Spallanzani che per dimostrare la validità delle proprie teorie sui succhi gastrici ricorre all’empirismo più radicale: ficcandosi due dita in gola), racconti ai limiti dell’incre­dibile, osservazioni sul filo dell’i­ronia.

Una raccolta di scritti di Noam Chomsky – che antologizza oltre quarant’anni di lotte e di pensiero – mette sul banco degli imputati i «padroni dell’umanità» e le idee che per decenni, anzi secoli, hanno giustificato lo sfruttamento capitalistico e le guerre, dal Vietnam al Nicaragua, dal Centro America alla Serbia e all’Iraq. Principali accusati restano gli Stati Uniti: un’economia ufficialmente liberista ma in realtà sovvenzionata dallo Stato, una visione «messianica» del proprio ruolo nel mondo, una società dominata dalle multinazionali, la manipolazione dell’opinione pubblica per costruire un «consenso senza consenso» e piegare le masse «stupide» alla volontà di pochi «illuminati», la deroga al principio di universalità che vorrebbe regole uguali per tutti nel diritto internazionale, l’indifferenza e anzi l’occultamento della catastrofe ambientale: sono questi per Chomsky gli elementi fondanti di un potere non solo statunitense ma globale, che agisce per assoggettare i popoli e fare gli interessi di pochi. (I padroni dell’umanità, Ponte alle Grazie, pp. 272. euro 16,50)

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