Berlusconi boccia il nuovo governo: «Non è democratico senza i voti del popolo»

22 Feb 2014 13:58 - di Redazione

«Una democrazia e un governo del popolo si hanno quando il governo è eletto dai cittadini. Se il governo non è eletto non è più democrazia». Chi aveva parlato di un occhio di riguardo di Silvio Berlusconi con Renzi almeno per il momento è servito, come dimostrano i toni utilizzati al telefono in un incontro a Milano. «Adesso – ha aggiunto Berlusconi – succede la stessa cosa di quanto già accaduto con un’operazione avvenuta all’interno di un partito che non ha una grande maggioranza parlamentare. Questa è una situazione che ha poco a che fare con la democrazia», ha aggiunto il Cavaliere, che si è augurato quindi che si possa tornare al voto per eleggere un governo scelto dai cittadini. «Non sappiamo quando succederà – ha spiegato – ma dobbiamo tenerci pronti» aggiungendo poi che ci sono “4 milioni di cittadini indecisi o delusi che possiamo contattare per spiegare loro qual è la situazione del nostro Paese e farli andare a votare nella direzione giusta”. La priorità per il Cavaliere resta la giustizia, che lui definisce “una riforma assolutamente urgente”, come spiega stavolta in una telefonata da Arcore al nuovo club “Forza Silvio” Garbatella-Eur. Il leader di Forza Italia definisce le riforme “indispensabili per modernizzare il Paese e competere con le altre nazioni” e cita tra queste “la riforma della giusta, del lavoro e del fisco”. Altra riforma importante per il Cavaliere quella della burocrazia e della difesa. «Il Paese è ingovernabile, ha un assetto istituzionale che consente non di decidere, ma di proibire, ed è bloccato dal 1948, l’unica via di uscita è avere un solo partito che abbia la maggioranza assoluta, il 51%, alle elezioni e possa esprimere un proprio governo che cambi le istituzioni», conclude il Cavaliere, che sprona i suoi a “scendere in campo per convincere assenteisti, elettori delusi di Grillo e quanti nel centrodestra votano per i piccoli partiti” a ridare consenso a Forza Italia per uscire dalla crisi economica e istituzionale.

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