Renzi contro la sinistra Pd: «Parlerò con Berlusconi. Se non facciamo le riforme saremo spazzati via»

16 Gen 2014 18:29 - di Guido Liberati

«La polemica del dialogo con Forza Italia è surreale. È stravagante la polemica di un dialogo con un “pregiudicato”, come dice D’Attorre, quando con il “de cuius” si è fatto il governo e non ho visto ministri dimettersi quando Berlusconi è stato condannato». Lo ha ribadito Matteo Renzi alla Direzione del Pd facendo il punto sulle riforme e sulla legge elettorale. In particolare, Renzi ha definito la sentenza della Corte «uno straordinario assist per noi perché i dubbi sulla possibilità del premio di maggioranza sono venuti meno. Il punto centrale per noi è un sistema che consenta di governare e il sistema è il premio di maggioranza e non il doppio turno».  E proprio sulla legge elettorale il segretario democrat ha chiesto «di rivederci lunedì sulla legge elettorale». E «chiederei al termine della discussione in commissione Affari costituzionli di riunire la Direzione perché voti» una proposta del Pd sulla legge. È la direzione che deve esprimersi, ha proseguito Renzi, «non è il segretario che chiede un mandato per fare come vuole lui. Non mi sento dire che la legge elettorale si fa nell’ambito della maggioranza punto e basta». Secondo il sindaco di Firenze «il punto centrale per noi è un sistema che consenta di governare e il sistema è il premio di maggioranza e non il doppio turno» puntando «a una legge che tolga “potere di veto ai partitini». Tutte riforme che vanno fatte subito. «O c’è la consapevolezza del dramma dell’urgenza – ha aggiunto il segretario Pd – o se si pensa che si possa continuare ad andare avanti come se niente fosse, saremo spazzati via». In particolare, sull’esecutivo, Renzi ha avviato un distinguo netto. «Chi propone un rimpastino sta drammaticamente perdendo di vista l’obiettivo essenziale che non è quello di sostituire due ministri con dei renziani ma creare un sistema di governo che duri per i prossimi vent’anni». A detta di Renzi, «la prospettiva personale non è giocare un giochino tutto interno agli intrighi di Palazzo per andare a votare e prendere il posto di Enrico. Il governo se fa bene si merita un bravo, se no si critica e non c’è un disegno segreto, le critiche non sono per fare le scarpe ma per dare una mano». E ancora sferzando Letta. «Il governo ha tutto il diritto di andare avanti ma abbia l’intelligenza di proporci non solo correzioni a errori fatti, come sugli insegnanti e sulle slot, ma di indicare obiettivi».

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