Per favore, non parlate più di spread. Perché gli italiani non sono fessi…

3 Gen 2014 17:54 - di Francesco Signoretta

Nel trappolone si può cadere una volta, magari due, non di più. E gli italiani non sono tanto stupidi da farsi addormentare (e addomesticare) sempre dallo stesso sonnifero, un sonnifero chiamato spread, quello che è servito per sbarazzarsi di Berlusconi, imporre Monti, giustificare le stangate, esaltare la politica lacrime e sangue. Eppure ci riprovano, stavolta non per distruggere qualcuno ma per dare il classico aiutino al governo Letta che  – tra la fame di potere di Renzi e un’opposizione diventata più forte – vive il suo momento più difficile. E allora brindiamo, dicono, perché lo spread è basso. I registi sono sempre gli stessi: gli ambienti internazionali (con la Germania della Merkel in prima fila)  a cui fa comodo tenere l’Italia sotto schiaffo; i banchieri che fanno bingo e alcuni quotidiani che fanno da cassa di risonanza. Nessuno di questi registi, però, dice che l’Italia è un caso a sé, è il secondo Paese manifatturiero d’Europa, è la terza economia europea. Tra l’altro paghiamo in termini di tributi all’Europa più di quanto riscuotiamo ogni anno. Berlusconi, proprio per questo, rigettò i diktat della Merkel e se la fece nemica. Poi le banche tedesche vendettero nello spazio di una settimana una decina di miliardi di titoli pubblici italiani, fecero crollare le quotazioni dei nostri Btp, fecero impazzire lo spread, aprendo la strada a Monti. Ecco perché il tutto venne etichettato come “golpe istituzionale”. Com’è andata lo sappiamo tutti: con i professori bocconiani prima e con Letta dopo siamo stati riempiti di tasse, ci siamo beccati due anni di recessione, abbiamo i lavoratori e i pensionati in sofferenza, con i redditi ridotti all’osso, e i consumi che non tirano. Ma i signori dello spread insistono, incoronano Letta, esultano. «Ho l’impressione – ha commentato Altero Matteoli – che ad apprezzare le politiche dei governi Monti e Letta sia rimasta solo l’Europa che ci ha imposto provvedimenti recessivi con le conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti. Piuttosto serve un svolta nelle politiche economiche che non può arrivare da un governo fallimentare».

E qui sta il nocciolo della questione. Queste politiche, che piacciono agli italiani e che vengono rivendicate da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega contrastano con la ricetta di Bruxelles, Fondo monetario e Agenzie di rating. «Mi domando – fa notare Maurizio Bianconi, parlamentare azzurro – se c’è qualcuno che può spiegare ai referenti internazionali di Napolitano e Letta che gli italiani proprio fessi non sono. Hanno ben capito che sono loro a muovere lo spread principalmente attraverso i fondi. Che esso è servito a far fuori Berlusconi e a soccorrere Letta. Prova ulteriore che chi ci vuole poveri e gregari sostiene e vuole la durata di questo governo, come voleva la fine di Berlusconi. Prova ulteriore che è dovere civico opporsi a Letta e pretendere che Napolitano metta da parte le sue origini e mantenga le promesse, dimettendosi immediatamente».

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