Le sorti della Fed (e dell’economia mondiale) nelle mani di una donna, Janet Yellen, esperta di disoccupazione
L’economia mondiale nelle mani di una donna? Proprio così. Janet Yellen è il primo presidente donna nei 100 anni di vita della Fed, la Banca centrale americana. Il Senato Usa (56 voti a favore e 26 contrari) ha dato il via libera alla sua nomina alla guida della Fed al posto di Ben Bernanke, il cui mandato scadrà il 31 gennaio.Yellen, il 15esimo presidente, sarà anche la prima nominata democratica da quando il presidente Jimmy Carter scelse Paul Volcker nel 1979. Attitudine da “colomba”, esperta di disoccupazione, Yellen è rinomata per essere meticolosa e studiosa. A lei spetterà il compito di portare avanti l’exit strategy dalle misure straordinarie messe in campo contro la crisi. Considerata una delle fautrici dei maxi aiuti della Fed all’economia, Yellen si troverà a dover gestire una situazione delicata con meno strumenti a disposizione rispetto a Bernanke: il bilancio della Fed, infatti, è esploso con la crisi toccando quota 4.000 miliardi di dollari rispetto agli 873 di fine 2006, quando Bernanke venne nominato. Uno dei maggiori compiti della Yellen sarà conquistare credibilità con il mercato ossessionato dalla riduzione agli acquisti e lo scetticismo sulle previsioni della banca centrale. Bernanke, nella sua ultima conferenza stampa da presidente, ha dato il via ufficiale all’uscita annunciando una riduzione degli aiuti all’economia a 75 miliardi di dollari al mese dagli 85 miliardi di dollari iniziali. La “signora Yellen” dovrà delineare tutto il resto, ovvero stabilire se accelerare o meno il freno agli acquisti e soprattutto quando aumentare i tassi di interesse, ai minimi da anni. Secondo gli osservatori un aumento del costo del denaro non avverrà prima del 2015, mentre il piano di acquisti dovrebbe chiudersi quest’anno. Gli occhi della Fed saranno certamente puntati sulla disoccupazione: venerdì è in calendario il dato di dicembre, che offrirà anche un primo quadro della situazione del mercato del lavoro nell’intero 2013. La Banca centrale americana ha fissato come obiettivo un target di disoccupazione al 6,5% per un aumento dei tassi e nell’ultima riunione, per rassicurare il mercato, si è spinta oltre precisando che la disoccupazione dovrà scendere sotto la soglia identificata. La neo-presidente potrà contare su Stanley Fisher, l’ex presidente della Banca d’Israele che il presidente americano Barack Obama dovrebbe nominare come vicepresidente della Fed. Commentando l’elezione della Yellen Obama ha utilizzato espressioni di lode: «Gli americani avranno un campione che capisce che l’obiettivo è migliorare la vita, il lavoro e gli standard dei lavoratori e delle loro famiglie. Janet ha aiutato la nostra economia a uscire dalla recessione ed è impegnata nel doppio mandato della Fed di mantenere stabile l’inflazione cercando di affrontare la nostra sfida economica più importante, ovvero ridurre la disoccupazione e creare posti di lavoro».