«È un’intervista o un interrogatorio?» E la De Girolamo pianta in asso la giornalista della Sette. Ecco il video integrale
«Io le ho concesso questa intervista, però, se deve diventare un interrogatorio, penso che può anche finire qua». Garbata, ma sfinita, il ministro per le Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, pone fine alla poco colloquiale conversazione mediatica di ieri sera a Piazzapulita, in onda su La7. Un’intervista dal ritmo a dir poco serrato e dai ritmi decisamente inquisitori, che lo spettatore medio avrà avuto difficoltà a seguire per la specificità delle domande, entrate dettagliatamente nel merito dell’inchiesta, e per l’incalzare imperterrito dell’intervistatrice, Francesca Biagiotti, giornalista cresciuta nella palestra investigativa delle Iene: e ieri si è visto bene. Più che un dialogo articolato in domande e risposte, un contraddittorio acceso – quello andato in onda su La 7 lunedì sera – nel quale il ministro si è ritrovata a difendersi, come in un’aula di tribunale, da sospetti e ipotesi di colpa, adombrati ad ogni passaggio, più o meno esplicito, dell’intervista, e indirizzati ad avvalorare il dubbio che il ministro possa aver fatto pressioni sui manager delle Asl: una pregiudiziale rispedita dalla De Girolamo al mittente, negando contestualmente senza “se” e senza “ma” ogni ricostruzione accusatoria argomentata sulla base delle intercettazioni.
Un’atmosfera tesa, insomma, quella dell’intervista di ieri, diametralmente opposta a quella che solo qualche giorno fa si respirava negli studi della stessa emittente, dove un’accogliente Daria Bignardi ospitava Matteo Renzi: altro che fuoco di fila di domande mitragliate senza tregua a Piazzapulita; quelli dell’intervista barbarica al segretario dem erano interrogativi a colpi di fioretto che evitavano accuratamente la stoccata finale. Un agguato mediatico, invece, quello teso alla De Girolamo, che non poteva non concludersi che con la ritirata. «Qui mi si vuole mettere sotto processo – termina secca e seccata il ministro prima di alzarsi e uscire dall’inquadratura – ma io non lo consentirò né a lei, né a La7». Quindi conclude: «Mi auguro che in futuro i direttori generali li nominino per concorsi ed esami. La sfido a trovare un primario nominato da me, ma guardate gli altri primari da chi sono nominati. La sfido a trovare una ditta che ho aiutato io, guardate chi ha aiutato le altre ditte». Una conclusione bellicosa come l’intera intervista televisiva, che apre a un altro sconfinato scenario: ma questa, sarebbe materia di un’altra inchiesta e di altri intervistati…