C’è il blitz di Skorzeny a teatro. Ma la liberazione del Duce va censurata: lo dice il Pd a Chieti

10 Gen 2014 10:47 - di Sandro Forte

Parlare di Mussolini oggi fa sempre discutere, nel bene e nel male. Descrivere poi la sua liberazione sul Gran Sasso da parte di un commando tedesco scatena, seppure a distanza di ben settant’anni, le ire della sinistra. Accade a Chieti, dove il Pd locale è insorto non per una manifestazione di nostalgici o di reduci, peraltro non censurabile, bensì per una rappresentazione teatrale. Si tratta dello spettacolo “Operazione Quercia, Mussolini a Campo Imperatore”, scritto e diretto da Pierfrancesco Pingitore (fondatore del Bagaglino, tempio del cabaret romano), versione teatrale del blitz che il 12 settembre 1943 vide le SS liberare Benito Mussolini dalla prigione di Campo Imperatore. L’appuntamento è per sabato 25 gennaio alle ore 21,15, con replica domenica 26 alle ore 18,15, al teatro Marrucino. Il caso vuole che il 27 gennaio è pure la Giornata della Memoria, una ricorrenza internazionale celebrata per commemorare le vittime dell’Olocausto. Insomma un incrocio di date che ha mandato in bestia la sinistra teatina: «È inopportuno che Comune e teatro sponsorizzino un’opera che ricorda la liberazione del Duce, mentre non si ha notizia di rappresentazioni per la Giornata della Memoria. È inopportuna anche la presenza del deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano, autore di una vergognosa proposta per l’abolizione del divieto di riorganizzazione del partito fascista». Alla faccia della libertà d’espressione! Fra l’altro, non è la prima volta che “Operazione Quercia” va in scena: è già accaduto in luglio e agosto per quindici giorni a Campo Imperatore, registrando il tutto esaurito, una rappresentazione particolarmente suggestiva grazie alla location, che fu la sede, settant’anni fa, di quell’evento. Con il termine “Operazione Quercia” (in tedesco, “Unternehmen Eiche”) si indica il nome in codice dell’azione militare portata a termine il 12 settembre 1943 dai paracadutisti del Lehrbataillon (seconda Fallschirmjägerdivision) e da alcune SS del Sicherheitsdienst, operazione finalizzata alla liberazione di Benito Mussolini, imprigionato a Campo Imperatore sul Gran Sasso per ordine di Badoglio, operazione condotta con grande audacia e maestrìa e senza sparare un colpo, a bordo di alianti, dal comandante delle SS Otto Skorzeny.

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