A Kiev continuano gli scontri fra europeisti e polizia, fomentati anche da “provocatori” filogovernativi

21 Gen 2014 11:15 - di Valerio Pugi

Continuano senza sosta dal pomeriggio di domenica gli scontri tra polizia e manifestanti antigovernativi a Kiev in Ucraina. A notte inoltrata, secondo alcuni media locali, gli agenti hanno tentato di avanzare e di abbattere le barricate messe in piedi dai dimostranti in via Ghrushevski, ma sono stati respinti. Decine di giovani vestiti con abiti sportivi scuri hanno creato disordini nel centro di Kiev e, in particolare, in un supermercato della catena “Silpo” nel quartiere “Podil”. Secondo i manifestanti antigovernativi si tratterebbe di “titushki”, cioè provocatori pagati dal governo per attaccare i dimostranti o provocare scontri con la polizia. Attorno alle 3 di notte un gruppo di circa 150 “titushki” stazionava davanti al teatro dell’Opera. Tutti avevano in mano delle mazze di legno e sembra che a dare loro degli ordini fosse un uomo sulla quarantina su un fuoristrada nero e con i finestrini oscurati. I giovani “provocatori” erano seguiti da un gruppetto di “europeisti” in auto che volevano filmarli e controllare dove si dirigessero: ciò ha provocato tafferugli fra le due fazioni. Complessivamente è salito a 120 il numero dei poliziotti ucraini feriti negli scontri. «La situazione sta sfuggendo di mano» e «coloro che stanno facendo i “pogrom” violano ogni norma europea di comportamento», ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Lavrov. Ricordando il lancio di molotov ed altre violenze, il ministro ha sostenuto che quanto accaduto a Kiev non sarebbe tollerato in alcun Paese europeo. Il capo della diplomazia russa ha accusato nuovamente il sostegno “vergognoso” di alcuni alti dirigenti europei all’opposizione ucraina, ricordando le visite di alcuni commissari Ue e di ministri europei ai manifestanti in piazza a Kiev. «La situazione in Ucraina dovrebbe essere risolta senza alcuna interferenza esterna», ha aggiunto. In tutto questo Iulia Timoshenko torna a vestire i panni della Giovanna d’Arco ucraina. Mentre gli altri capi dell’opposizione condannano l’attacco alla polizia da parte delle migliaia di manifestanti antigovernativi, l’ex “pasionaria” della Rivoluzione arancione getta benzina sul fuoco affermando che, se fosse libera, combatterebbe anche lei. Da oltreconfine sia Stati Uniti che Unione Europea chiedono l’abrogazione delle recenti leggi “liberticide” e che sia messa fine alle violenze, mentre Washington non esclude sanzioni contro il governo del controverso Viktor Ianukovich.

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