Il Cav: «La rivolta dei forconi ha ragioni profonde». La Camusso: «Non parlo con loro»

14 Dic 2013 20:31 - di Franco Bianchini

I forconi non piacciono ai sindacati, forse perché alla vecchia Triplice non va giù che la piazza sia occupati dagli altri e non da loro. La sinistra storce il naso. Berlusconi invece invita alla riflessione: «Questa rivolta dei forconi è un sintomo grave di una crisi vera» che ha delle «ragioni profonde». La più arrabbiata è Susanna Camusso: «Posso dire che io ho molta difficoltà a parlare con chi mi assalta le sedi», afferma. «Continuiamo ad avere la sensazione che dietro slogan assolutamente intollerabili, e rinnovo tutta la mia solidarietà alla comunità ebraica e ai librai che si sono visti invadere le loro librerie all’urlo di “bruciate i libri”, in realtà ci sia un’incertezza». Incertezza che nascerebbe in parte da «un disagio sicuramente esistente, ma quando non lo si trasforma in rivendicazioni concrete la sensazione è che ci sia semplicemente una volontà di una svolta autoritaria nel Paese». A chiudersi nel proprio orticello è Raffaele Bonanni che fa un distinguo di comodo: a suo dire, infatti, i sindacati rappresentano «i disagi di tutti» mentre i forconi «rappresentano obiettivi e interessi particolari».

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