Diktat di Grasso ai presidenti di Commissione: collaborate o respingo tutti gli emendamenti
Altolà di Pietro Grasso ai senatori. Di fronte al guazzabuglio dei disegni di legge in scadenza la Presidenza del Senato «ove non riscontrerà la necessaria collaborazione, potrà giungere fino all’estrema e drastica misura di dichiarare improponibili tutti gli emendamenti aggiuntivi in attesa di auspicate proposte di modifica del Regolamento». È il contenuto della lettera inviata dalla terza carica dello Stato ai presidenti delle Commissioni del Senato e per conoscenza anche al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. L’avvertimento arriva dopo la lettera di Giorgio Napolitano ai presidenti delle Camere e al premier Enrico Letta in seguito alla rinuncia da parte del governo al decreto salva Roma. «Nel condividere pienamente e riaffermando l’essenzialità di tali considerazioni, ricordo – scrive Grasso – che la Giunta per il Regolamento del Senato, con il parere dell’8 novembre 1984, ha chiarito che i criteri di proponibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge debbono “tenere conto anche della indispensabile preservazione dei caratteri di necessità e di urgenza già verificati con la procedura prevista dall’articolo 78 del Regolamento, con riferimento sia al decreto-legge che al disegno di legge di conversione. Com’è noto la Corte costituzionale, con la sentenza n. 22 del 2012, richiamata nella lettera del Presidente della Repubblica, ha osservato che “l’inserimento di norme eterogenee rispetto all’oggetto o alle finalità del decreto spezza il legame logico-giuridico tra la valutazione fatta dal Governo dell’urgenza del provvedere e i provvedimenti provvisori con forza di legge”, ribadendo che “la necessaria omogeneità del decreto-legge deve essere osservata anche dalla legge di conversione». Il presidente del Senato – si legge ancora nella lettera – esprime pertanto una forte raccomandazione ai presidenti delle Commissioni permanenti per il più rigoroso rispetto di tali principi, affinché il vaglio sulla proponibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge sia particolarmente scrupoloso e attento, specialmente sotto il profilo della necessaria coerenza per materia con il testo del decreto. Diversamente, la Presidenza non esiterà, nel corso della successiva discussione in Assemblea, a dichiarare improponibili, per estraneità alla materia, emendamenti di qualunque provenienza, anche se presentati dai relatori o dal governo o già approvati dalla Commissione con pareri favorevoli degli stessi relatori e dei rappresentanti dell’esecutivo».