Datagate, nuovi guai in arrivo per Obama: pubblicato solo l’uno per cento dei file della “talpa”

3 Dic 2013 18:57 - di Giovanni Trotta

Nuovi guai per gli Usa di Obama e per gli “spioni” di tutte le latitudini: «Solo l’uno per cento delle informazioni contenute nei file di Edward Snowden è stato reso pubblico» È la clamorosa dichiarazione del direttore del Guardian, Alan Rusbridger, rispondendo alle domande della commissione Interni di Westminster sul caso Datagate. Il giornalista non ha precisato dove siano gli altri documenti ma ha ammesso che un file è condiviso col New York Times. Il direttore del Guardian ha precisato che Snowden, ex analista dell’americana National security agency (Nsa), ha consegnato in tutto 58mila file al Guardian, al Washington Post e in due località a Rio de Janeiro e in Germania. Alla domanda se il 99% dei documenti siano in un luogo sicuro Rusbridger ha risposto: «Credo di sì». «Non c’è nessuna prova per affermare che abbiamo violato la sicurezza nazionale», ha inoltre detto Rusbridger, respingendo le accuse dei vertici dei servizi segreti britannici che avevano parlato di «regalo» ai nemici del Regno Unito. «Siamo patrioti – ha aggiunto Rusbridger – e una delle cose per cui siamo più patriottici è la democrazia e la stampa libera».

Ma la Casa Bianca sta correndo ai ripari: il presidente Barack Obama lavora alla sua nuova strategia per la sicurezza nazionale, definendo obiettivi e priorità di politica estera per la parte restante del suo mandato. Le rivelazioni del datagate, con la Nsa finita sotto una pioggia di critiche, complicano i rapporti di Obama con alcuni dei maggiori alleati: le intercettazioni trapelate infatti hanno creato tensioni e il presidente americano si è impegnato a riformare le modalità con cui l’intelligence raccoglie dati. Proprio in quest’ottica Obama dovrebbe pronunciarsi a breve sulla riorganizzazione della Nsa, la cui guida potrebbe essere separata da quella del Us Cyber Command, il commando delle operazioni di cyberspazio creato nel 2010. Al momento la Nsa e il Us Cyber Command sono guidati dal generale Keith Alexander ma molti all’interno dell’amministrazione premono per una separazione dei ruoli, includendo la possibilità di affidare a un civile invece che a un militare la Nsa. Il consigliere alla sicurezza nazionale Susan Rice dovrebbe presentare a breve le proprie raccomandazioni sulla riorganizzazione dell’intelligence a Obama, al quale spetta «la decisione finale. Si sta ancora discutendo come procedere. Stiamo ancora valutando la separazione dei ruoli e non stiamo ancora valutando un possibile candidato» afferma la portavoce della Casa Bianca, Caitlin Hayden, riferendosi alle indiscrezioni di una possibile nomina del vice di Alexander, John Inglis, alla guida della Nsa. La nuova strategia di Obama per la sicurezza nazionale, la National Security Strategy, sarà presentata all’inizio del prossimo anno, ed è prevista da una legge del 1986 che richiede al presidente di presentare una volta l’anno la propria strategia in Congresso. Un obbligo annuale che molte amministrazioni non hanno rispettato.

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