An: la prossima tappa è il congresso aperto a tutti con il metodo delle primarie

16 Dic 2013 17:08 - di Antonio La Caria

Troppe indiscrezioni, troppe voci che si sono susseguite per giorni e infine gli attriti sull’esito finale. L’evoluzione della destra parte tra entusiasmi e polemiche, quindi occorre fare chiarezza. La prima mossa in tal senso la fa Alemanno. «Sabato 14 dicembre – ha scritto l’ex sindaco di Roma sul suo blog – è stata una giornata molto importante: l’Assemblea degli iscritti della Fondazione Alleanza nazionale ha deciso, con piena legittimità politica e giuridica, di aprire un percorso per costruire un partito che sia in grado di rappresentare tutta la destra italiana. Un risultato questo che non viene minimamente scalfito da alcuni piccoli incidenti provocati dai soliti quattro o cinque esagitati (su più di 600 partecipanti) in cerca di rissa». «Al di là di ogni maldestro tentativo di fare confusione – ha sostenuto Alemanno – rimane un fatto fondamentale: nell’Assemblea si è unito un blocco di persone che, partendo da Fratelli d’Italia e dall’Officina per l’Italia, ha trovato una sintesi su un preciso progetto politico. Nessuno vuole “regalare” a Fratelli d’Italia il simbolo di Alleanza nazionale, tanto meno Giorgia Meloni e Ignazio La Russa pensano di poter imporre la loro volontà unilaterale su tutta un’area politica». Se si legge la mozione approvata dalla Fondazione di An «è fin troppo chiaro che l’obiettivo è un altro: lanciare un Congresso costituente per coinvolgere tutti coloro che vogliono creare una nuova casa per la destra. Un Congresso aperto a tutti i cittadini, grazie all’utilizzo integrale del metodo delle primarie per eleggere ogni carica politica centrale e periferica». E Massimo Corsaro, esponente di Fratelli d’Italia, spiega le motivazioni alla base di quanto è avvenuto sabato scorso. «Il simbolo di An – afferma – è una richiesta che abbiamo avanzato nel totale rispetto delle regole e dello Statuto. Così come fece An quando a Fiuggi decise di dare un riferimento di provenienza con il simbolo dell’allora Msi, oggi noi vogliamo dare lo stesso senso ma con la volontà di guardare a un’evoluzione della destra. Tutto ciò prende le mosse  da FdI perché, piaccia o no, siamo l’unica forza politica che si riferisce a un percorso storico, culturale e politico di destra».

La situazione evolve. «Il Movimento per Alleanza nazionale – sostiene da parte sua Adriana Poli Bortone che dello stesso Movimento è portavoce – è convinto che l’Italia (non gli eventuali candidati alle elezioni europee) ha bisogno non di un ulteriore centrodestra, ma di una destra chiara e unita, che si proponga in termini di unità programmatica, sotto un simbolo, semmai composito, ma facilmente riconoscibile anche da quanti in quel simbolo si sono ritrovati sino a quattro anni addietro. Poi sarà il congresso, tenuto a tempo debito e col massimo coinvolgimento del popolo della destra, che stabilirà come vorrà che sia rappresentata l’evoluzione della prestigiosa storia della destra italiana. Personalmente mi piacerebbe fare questo percorso anche con Giorgia Meloni».

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