Non sono militanti dei centri sociali ma di Forza Italia. E gli sequestrano lo striscione

27 Nov 2013 14:57 - di Franco Bianchini

Di striscioni se ne vedono tanti, ad ogni manifestazione, e i contenuti sono sempre molto forti. Basterebbe guardare le foto dei cortei monopolizzati dall’estrema sinistra, tra slogan e cartelli piovono minacce e insulti. Ma nessuno è mai intervenuto, in fondo sono bravi ragazzi. Ma quelli dei simpatizzanti di Forza Italia no, quelli sono pericolosi per la democrazia, delinquenti veri, non si sa cosa vogliono, guidati da un dittatore stile sudamericano, pronti alla guerriglia e a distruggere cassonetti. Quindi, pugno duro. Ecco che uno striscione con la scritta “Colpo di Stato” (riferita al fatto che votare la decadenza del leader del centrodestra è un golpe mascherato) viene addirittura messo sotto sequestro, manco fosse un incitamento alla rivolta. «Che la giustizia sia sempre molto innovativa quando si tratta di Silvio Berlusconi è un dato di fatto oggettivo – ha commentato Mariastella Gelmini – che il Parlamento riduca i tempi e violi il regolamento quando si tratta del leader di Forza Italia è un altro dato certo, ma che si arrivasse addirittura al sequestro di uno striscione previsto per la manifestazione pacifica  a suo sostegno, beh, questa francamente è una cosa molto grave che non ci aspettavamo e che va anche contro un diritto sancito chiaramente nella nostra Costituzione: libertà di manifestare il proprio pensiero». Protesta Renata Polverini: «È inaudito reprimere il dissenso popolare che si sta manifestando in via del Plebiscito. Sequestrare preventivamente uno striscione è un atto gravissimo che lede la libertà di manifestare la propria opinione». Sullo stesso avviso è Daniela Santanché: «È vergognoso il sequestro dello striscione con la scritta “colpo di Stato”.Che ci sia una sorta di controllo politico ad opera delle forze dell’ordine rispetto ad una manifestazione pacifica come quella a sostegno del leader di Forza Italia, è indegno di un Paese civile ed epalesemente contrario all’agibilità democratica e alla Costituzione che prevede espressamente il diritto di pensiero e di parola. A ciò – prosegue – si aggiunga che molte città sono messe a ferro e fuoco da gruppi di teppisti che inneggiano alla violenza non con striscioni, ma portando con sé bastoni, molotov e altro armamentario da guerriglia. Come mai questa attenzione è prevista soltanto per le nostre manifestazioni pacifiche? Che paura hanno? La verità brucia: da oggi siamo in uno Stato di polizia…e da domani in un regime».

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