Il delirio dei grillini: contro i No-Tav la “violenza” della democrazia

2 Nov 2013 18:35 - di Guglielmo Federici

È andato a fuoco, nella notte, in Val Susa, il presidio No Tav a Vaie, in provincia di Torino, una baracca, realizzata nel 2005 in legno e tubi di metallo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che non hanno trovato alcun innesco, e i carabinieri, che indagano sull’accaduto. Per il movimento si tratta di «un attentato incendiario per mano dolosa e mafiosa». Subito fioccano gli attestati di solidarietà nei confronti dei No Tav, anche da politici che in genere sono schierati a favore della Torino-Lione, dal sindaco di Sant’Antonino di Susa, Antonio Ferrentino a  Stefano Esposito (Pd), che sul suo profilo Facebook scrive: «Chi ha compiuto questo gesto è un teppista delinquente». Posto che chi appicca il fuoco a qualunque struttura è un delinquente, ci piacerebbe che la stessa chiarezza venisse adoperata anche a parti invertite nella lettura degli innumerevoli attentati incendiari avvenuti nella Valle ad opera dei No Tav. Ma questo è niente, perché l’incendio di oggi che è un atto da condannare senza riserve, diventa l’ennesimo alibi per spararle grosse in tema di libertà e democrazia.  Sono volate parole grosse durante la conferenza stampa indetta dal movimento: «Non abbiamo nessuna fiducia nelle indagini e nella magistratura», dice Alberto Perino, leader No Tav. «Si tratta del terzo presidio che ci bruciano dopo quelli di Bruzolo e Borgone di Susa, il 16 e il 23 gennaio 2010. Entrambe quelle indagini sono state archiviate e anche stavolta ci aspettiamo un’archiviazione». Ma le parole più irricevibili le pronunciano i cinquestelle: «La democrazia in Valsusa è stata uccisa da tempo e i mandanti sono proprio coloro che hanno imposto l’opera con la forza, militarizzando il territorio»: è uno dei passaggi del comunicato diffuso dal Movimento5Stelle. «Ancora una volta – scrivono i firmatari, i parlamentari Marco Scibona, Alberto Airola, Laura Castelli, Ivan Della Valle, il consigliere regionale Davide Bono e il M5S Valsusa – il movimento è vittima di gesti intimidatori in puro stile mafioso. Pesantissime le responsailità della politica in questa situazione». Pesantissima, invece, è la responsabilità politica di chi ha mandato in Parlamento queste figure che si qualificano per quelle che sono: forze antagoniste che usano la democrazia a corrente alternata solo per coccolare “quei bravi ragazzi” che col cappuccio, bombe carta, bengala e spranghe qualche “scorribanda” in questi anni l’hanno fatta, se molti di loro sono indagati per terrorismo. La solidarietà per l’incendio di oggi è unanime da parte delle forze politiche, visto che nel capannone avrebero potuto esserci persone fisiche, ma «se qualcuno pensa che esista una “violenza democratica” o “legittima” non esito a dire che è fuori di brocca», replica duramente Osvaldo Napoli del Pdl, vicepresidente dell’Osservatorio No Ta. «Il comunicato dei cinquestelle è un delirio. Affermare che in Valle Susa è stata uccisa la democrazia è un’offesa. Se gli stessi cinquestelle ritengono che sia legittimo e democratico incendiare i camion o intimidire le imprese impegnate nella Tav io dico che nessun sincero democratico potrà mai accettare una lettura tanto aberrante della realtà».

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