«Se ci negano il futuro, bruciamo la città»: gli studenti fanno le “prove tecniche” per il corteo no Tav di sabato
Proseguono in giro per le l’Italia le “prove tecniche” degli studenti in vista del corteo indetto per sabato a Roma da No-Tav e gruppi antagonisti. In alcuni casi si è trattato di manifestazioni pacifiche, come il blitz notturno al ministero dell’Istruzione, dove alcuni militanti di “Link Roma” ha srotolato uno striscione con la scritta “Atene non è lontana”, o come l’occupazione simbolica del rettorato dell’Università di Palermo, dove un gruppo di studenti con le maschere di “V” per Vendetta hanno esposto lo striscione “Tagli, aumenti delle tasse, crollo dei tetti, ridateci i nostri soldi. Universitari verso il 19 ottobre”.
Ma in altri casi, c’è stato anche un risvolto di ordine pubblico, che fa aumentare le preoccupazioni in vista dell’appuntamento romano. Si tratta in particolare di Napoli, dove si è svolto il corteo di un migliaio di studenti delle superiori durante il quale sono stati esplosi petardi a ripetizione al passaggio in via Medina, nei pressi della Questura e della Prefettura, e sono stati accesi fumogeni nei pressi dell’Unione industriali, meta della manifestazione difesa da un ingente presidio delle forze dell’ordine.
Gli slogan richiamavano gli anni Settanta e andavano da “Pagherete caro, pagherete tutto” a “Se ci negano il futuro, noi bruciamo la città”. In realtà, il corteo si è sciolto senza incidenti, ma quel “noi bruciamo la città” suona particolarmente preoccupante in vista della manifestazione di sabato a Roma, dove esiste una allerta della prefettura per possibili «infiltrazioni». «Prendiamo in esame tutti gli scenari prevedibili. Il rischio – ha detto il prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro – esiste, la preoccupazione è se ci saranno infiltrati come avvenne il 14 ottobre. Speriamo saranno isolati dai promotori».