Nel giorno del lutto, la sinistra va all’attacco della Bossi-Fini. Polemiche strumentali

4 Ott 2013 18:37 - di Corrado Vitale

Per la sinistra italiana la Legge Bossi-Fini è una specie di simbolo  da abbattere a ogni costo. Neanche il lutto, neanche l’orrore, neanche il dolore per la tragedia di Lampedusa riescono a fermare lorsignori dalla voglia di dire «qualcosa di sinistra». «È tutta colpa della legge sull’immigrazione», affermano in coro, fingendo di non sapere che la Bossi Fini (che ha solo lo scopo di regolamentare il fenomeno dell’immigrazione) non c’entra proprio nulla con i naufragi in mare, da ben altri fattori causati: la latitanza dell’Europa nel controllo delle “rotte della disperazione” nel Mediterraneo, le tensioni politiche in Africa e Medio Oriente che producono  ondate di profughi, l’assenza di interventi coordinati a livello internazionale per stroncare l’immondo traffico degli esseri umani.

Ma tutto ciò non trattiene Epifani dall’invocare il «superamento» della legge sull’immigrazione del 2002, frutto, a suo dire, della «paura». Né a resistere alla tentazione della strumentalizzazione è Livia Turco, la quale pronuncia anch’ella un tonante anatema: «La Bossi-Fini va abrogata perché è inutile e dannosa». L’oscar del becerume  vetero-ideologico  spetta a Nichi Vendola che, senza timore di varcare la soglia del ridicolo, così afferma: « La strage (di Lampedusa n.d.r.)  è frutto delle leggi fasciste che l’Italia ha voluto costruire a causa di un populismo che semina veleni, intolleranza, cattiveria». E anche il ministro degli Esteri Emma Bonino ci mette del suo, auspicando l’abrogazione della contestata legge: «Resta il fatto che questo testo va superato, tant’è vero che sono a favore del referendum non da oggi. Ma servirebbe un grande dibattito popolare».

Un invito a smetterla con gli attacchi strumentali arriva da Alfano: «Mentre ancora raccogliamo i morti, eviterei polemiche politiche che non hanno nulla a che fare con la soluzione del problema». Per il ministro dell’Interno il problema principale risiede nell’insufficienza dei controlli a livello europeo: «Occorre con una penna ben visibile tracciare il confine dell’Europa e difenderlo a livello europeo. Questo è il Frontex, un sistema di protezione che oggi non è efficace».  Sempre a proposito del Frontex, Roberto Menia sottoliena il fatto singolare che l’Agenzia europea per la cooperazione operativa  alle frontiere ha sede a Varsavia e non in una città mediterranea, come sarebbe logico. Di qui la sua proposta di spostare il quartier generale dell’Agenzia a Lampedusa.  Anche Renato Brunetta rintuzza gli attacchi strumentali alla Bossi-Fini accusando la sinistra di ipocrisia. Taglia corto invece Maurizio Lupi: «Io ho votato la Bossi-Fini, ma se tutte le leggi possono essere migliorate, vedremo come migliorarla, anche se non è questo il problema». Non è questo il problema. Appunto.

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