Addio a Giuliano Gemma, l’indimenticabile Ringo, eroe elegante degli spaghetti western
Scende da cavallo, Giuliano Gemma, l’eroe degli spaghetti western. Un gravissimo incidente stradale – nel quale sono rimasti feriti anche un uomo e suo figlio – avvenuto nella notte a Cerveteri dove l’attore viveva con la moglie, la giornalista Baba Richerme, non gli ha dato scampo. Trasportato immediatamente all’ospedale di Civitavecchia, le sue condizioni sono apparse da subito disperate. Appena un mese fa, il 2 settembre, aveva compiuto 75 anni. Fisico atletico, con una particolare inclinazione per la boxe; sguardo penetrante, elegante e bellissimo, Ringo, la sua maschera più celebre, nell’immaginario collettivo ha rappresentato da subito la risposta made in Italy al Gringo di importazione statunitense al centro della trilogia del dollaro di Sergio Leone, Clint Eastwood. Mentre Gemma, di contro, sorriso sottinteso, espressione indecifrabile, non sarebbe passato inosservato a William Wyler che, a Cinecittà, lo scelse per un piccolo ruolo da centurione nel kolossal peplum, Ben Hur. Un cammeo che fungerà da vero tramploino di lancio per lui, ex stuntman che al suo attivo come attore vantava all’epoca giusto un piccolo ruolo offertogli da Dino Risi, accanto ad Alberto Sordi, in Venezia, la luna e tu. Connessioni, sinergie, concomitanze, che nella sua intensa vita hanno spesso intersecato il piano personale con quello professionale: tanto è vero che, mentre svolge il servizio di leva tra i vigili del fuoco, viene imprevedibilmente scelto da Duccio Tessari che lo trasforma nel biondissimo Krios, protagonista di Arrivano i titani, pellicola di grandissimo successo commerciale anche all’estero, che affronta con ironia il genere mitologico. Da lì in poi, l’avvio di una carriera che ha rivelato e confermato ad ogni step, ad ogni successo, poliedricità e fascino istrionico di uno dei nostri interpreti più amati, protagonista di un curriculum di celluloide che, al blasone dei titoli a cui Giuliano Gemma ha prestato aitanti fattezze e mimica inimitabile, ha coniugato anche un successo popolare – suggellato da grandi incassi al botteghino, siglando una felice stagione per il nostro cinema – come solo i big della nostra galleria di attori possono vantare. E allora, è stato il bellissimo generale garibaldino nel Gattopardo di Luchino Visconti. L’aitante innamorato di Angelica nella famosa serie in costume d’oltralpe. Fino alla consacrazione completa, grazie a una serie di western italiani come Una pistola per Ringo e Il ritorno di Ringo di Duccio Tessari, Arizona cult di Michele Lupo, Adiòs Gringo di Giorgio Stegani. Un filone fortunato per Gemma, quello degli spaghetti western, che lo ha portato a lavorare con registi del calibro di Tonino Valerii e Sergio Corbucci, tra gli altri, e che lo ha immortalato in film come Un dollaro bucato, I lunghi giorni della vendetta, Per pochi dollari ancora, e I giorni dell’ira. E ancora, Robin Hood ne L’arciere di Sherwood di Giorgio Ferroni, e uomo primitivo in Quando le donne avevano la coda di Pasquale Festa Campanile, Gemma ha declinato doti interpretative e fascino anche a pellicole d’autore e d’impegno civile come ne Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini, una delle sue prove migliori; ne Il prefetto di ferro di Pasquale Squitieri, senza dimenticare il significativo ruolo offerto ne Un uomo in ginocchio di Damiano Damiani, performance che lo hanno promosso senza riserve al rango di interprete drammatico. Successi e conquiste che non hanno inibito la possibilità per Giuliano Gemma di rendere prove riuscite anche in altri generi, come dimostrato dalla sua interpretazione in Tenebre di Dario Argento e in Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli. Lui, che prestò il volto al celebre personaggio dei fumetti Tex Willer in Tex e il signore degli abissi, lavoro pensato inizialmente per la tv. Tv, l’altro universo mediatico parallelo, a cui Giuliano Gemma si è dedicato per buona parte dell’ultima fase professionale della sua vita. Lui, che a dispetto di un’esistenza trascorsa sul set, non ha mai nascosto il suo amore primario per lo sport. È stato proprio Giuliano Gemma, infatti, in più di un’occasione a dichiarare come in una recente intervista che, «Più che un attore, volevo essere uno sportivo… Lo sport mi ha sempre affascinato molto, e invito i giovani a fare sport, perché richiede sacrificio: e il sacrificio servirà anche in altri momenti della vita».