Shoa: Bartali nominato “Giusto tra le nazioni”. La testimonianza di Golbenderg: mi salvò la vita
Gino Bartali, il grande campione di ciclismo, è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni’ da Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme, per l’impegno a favore degli ebrei perseguitati in Italia. «Un cattolico devoto – si legge nella motivazione – che nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio» che ha risparmiato la vita a centinaia di ebrei locali e si rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per questa missione, Bartali ha agito come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli di città in città con la scusa che si stava allenando. «Sapere del riconoscimento proprio oggi quando qui a Firenze sono iniziati i Mondiali di ciclismo – ha commentato felicissimo il figlio Andrea – ha un significato enorme». La famiglia di Bartali è invitata a Gerusalemme dal governo israeliano per il mese di ottobre quando si terrà una gran fondo di ciclismo intitolata al grande campione toscano.
Tra le testimonianze più toccanti quella del piccolo ebreo fiumano, Giorgio Goldenberg, oggi 81 anni, che raccontò ad Adam Smulevich di essere stato nascosto in un appartamento di proprietà del campionissimo in via del Bandino a Firenze. «Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina», spiegò. «Gino Bartali è stato un campione immenso, sui pedali e nella vita. Il riconoscimento dello Yad Vashem è il giusto premio per una vicenda umana esemplare», dice Guido Vitale, direttore della redazione di Pagine Ebraiche, il mensile dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane protagonista di rivelazioni inedite sul coraggio del ciclista. Sempre da Pagine Ebraiche arriva il ricordo di Giulia Donati, 91 anni, nascosta da due sorelle a Lido di Camaiore, che solo incidentalmente non potè beneficiare dell’azione di staffetta clandestina di Bartali nel centro Italia. Il riconoscimento attribuito al “campione di sempre” «rappresenta un onore per il nostro Paese», commenta il ministro per gli Affari regionali e lo sport, Graziano Delrio. Per Matteo Renzi «è una scelta che commuove Firenze, è il più bel regalo alla città ed il modo più serio di dare un senso ai Mondiali di ciclismo».