Nairobi, l’incubo è finito: 67 i morti. Undici i terroristi arrestati. Cresce la paura di nuovi attentati negli Usa
«L’assedio al Westgate è finito, gli assalitori sono stati umiliati e sconfitti». Lo ha assicurato stasera il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta in un discorso in tv. Nell’assalto iniziato sabato al Westgate sono «morte 67 persone, 61 civili e sei agenti della sicurezza». Cinque tra gli assalitori sono stati uccisi mentre 11 sono stati arrestati. Molti piani di Westgate sono crollati, ha aggiunto il presidente, proclamando tre giorni di lutto nazionale. Nelle ultime ore si è svolta nel mall assediato una nuova operazione di bonifica per neutralizzare e stanare tutti i terroristi che hanno assaltato il Westgate sabato scorso. Lo hanno assicurato fonti diplomatiche e della sicurezza locale. Secondo le stesse fonti, le forze speciali hanno ispezionato negozio per negozio per assicurarsi che non ci sia più nessun combattente nell’edificio. Non si può dire che l’operazione sia finita fino a che li avremo trovati tutti”.
Negli Usa dirigenti e padroni degli oltre 1.500 mall americani stanno considerando un rafforzamento delle misure di sicurezza dopo la strage al centro commerciale di Nairobi. La paura di attacchi ai cosiddetti “soft-target” cresce, anche se sulle misure pratiche da prendere ancora non c’è accordo. «Ci sarà una risposta precisa a quanto accaduto in Kenya», ha detto Malachy Kavanagh, portavoce per il Consiglio Internazionale degli shopping Center, suggerendo che il dipartimento americano per la Homeland Security coordinerà con i capi della sicurezza dei mall e le agenzie delle forze dell’ordine i prossimi interventi. La prima ipotesi è quella di rafforzare la presenza di polizia vera e propria o guardie giurate nei mall – ha spiegato – Kavanagh – anche se i proprietari dei negozi temono la reazione dei consumatori, che in una serie di sondaggi hanno rifiutato l’ipotesi di metal-detector o entrate di sicurezza come negli aeroporti. Ma il dibattito è avviato: l’industria – ha spiegato Kavanagh – aveva già speso milioni di dollari dopo l’11 settembre per iniziative di training alla sicurezza, e ora la vulnerabilità di questi complessi è ancora più chiara. «Questi centri sono soft-target in cui la sicurezza non e’ possibile a meno di stabilire punti di entrata e ispezione», ha osservato lo stesso capo della polizia di New York, Ray Kelly. Ma al più grande e rinomato shopping center degli Stati Uniti, il Mall of America in Minnesota, nuove precauzioni sono già state messe in atto dopo il massacro in Kenya: «Il Mall of America ha già implementato precauzioni extra per la sicurezza dei nostri visitatori dopo gli eventi di Nairobi – ha reso noto il portavoce del Centro commerciale Dan Jasper – ma molte di queste misure non sono visibili».