Le spoglie di Battisti lasciano Molteno dopo 15 anni. Lo hanno deciso la vedova e il figlio. Un nesso con la recente sentenza?

2 Set 2013 13:03 - di Redazione

Dopo quindici anni le spoglie di Lucio Battisti lasceranno il cimitero brianzolo di Molteno, in provincia di Lecco, dove il cantautore di Poggio Bustone aveva deciso di vivere. La decisione è stata presa dalla vedova Grazia Letizia Veronese e dal figlio Luca a pochi giorni dall’anniversario della morte, il prossimo 9 settembre. La notizia era già circolata nel paese, trapelata dagli ambienti direttamente interessati alla traslazione, che viene definita imminente. Top secret il luogo della nuova sepoltura, lontana comunque dalla “Brianza velenosa” che cantava negli ultimi anni, dopo averla prescelta. L’inevitabile toto-tomba indicherebbe il Riminese dove vive il figlio o un luogo in provincia di Roma.

Sembra il triste epilogo di una battaglia legale che gli eredi di Battisti hanno ingaggiato con il Comune di Molteno, per aver organizzato ogni anno nell’anniversario della morte del cantautore, un tributo dal titolo “Un’avventura, le Emozioni”. L’accusa: aver utilizzato l’immagine e il nome del grande artista per realizzare una kermesse «con effetti di propaganda politica e turistica» e finalità  speculative. Due anni fa i familiari avevano riportato una clamorosa vittoria in tribunale a Milano che aveva inibito al Comune di continuare a organizzare l’annuale manifestazione e condannato a risarcire il danno agli eredi e alla Edizioni Musicali Acqua azzurra. Ma nei giorni scorsi (26 agosto) la Corte di Appello ha ribaltato la sentenza e deciso che il comune della Brianza potrà continuare a promuovere la manifestazione in omaggio al cantautore di Poggio Bustone. Il sindaco di Molteno, Mauro Proserpio, mantiene il riserbo, «non posso certo smentire – ha ammesso al quotidiano La Provincia di Lecco che riferisce la notizia in esclusiva – ma mi sono impegnato alla massima  riservatezza. La sua scomparsa è già stata abbastanza spettacolarizzata». Poi chiarisce che l’intento della famiglia di avvicinare le spoglie era stato manifestato da tempo ed escluse un nesso con la recente sentenza.

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