Ecco la Tav “pacco dono” per Prodi: costata un occhio della testa, sorge in mezzo… alla campagna

3 Set 2013 17:18 - di Desiree Ragazzi

La chiamano la stazione di Prodi o meglio ancora medioprodiana perché secondo la vox populi si è trattato di un bel “regalino” fatto al Professore per dargli modo di dire che aveva portato l’alta velocità nella sua città. Ma il “regalino” è stato confezionato male, forse per la troppa fretta. Chi scende dal treno, infatti, si trova in una landa desolata.Eppure è l’unico caso in cui si può parlare di sinistra Sì-Tav. A pochi chilometri da Reggio Emilia in aperta campagna e di fronte all’autostrada del Sole si erge la futuristica stazione Tav Mediopadana, scalo intermedio della linea ad alta velocità Bologna-Milano. Firmata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava è costata 79 milioni di euro (nonostante inizialmente il Comune avesse programmato una spesa di 38 milioni), peccato che a tre mesi dall’inaugurazione l’opera, lunga quasi 500 metri e composta da 457 onde d’acciaio dipinto di bianco, è ancora una cattedrale nel deserto. Ancora oggi mancano i collegamenti da e per la città, non c’è nessun bus navetta, chi decide di prendere il treno dell’alta velocità o ci arriva con i propri mezzi o resta a casa. Non c’è nessuna biglietteria, sono assenti i servizi e i bar, i parcheggi sono assolutamente insufficienti. La stazione dovrebbe servire un bacino di circa due milioni di abitanti, ma ancora non è entrata a pieno regime: ci sono solo duecento posti per le auto e il parcheggio non è neanche asfaltato. «Ci troviamo dal punto di vista funzionale – spiega Marco Eboli, consigliere comunale del Pdl a Reggio Emilia –  di fronte a buon investimento, purtroppo però tutti questi ritardi rischiano di non farla decollare. Fu  fortemente voluta da Prodi che si prodigò molto perché venisse realizzata a Reggio e proprio per questo non furono prese in considerazioni altre città che pure avrebbero avuto tutte le carte in regola per potere avere la stazione Tav, come per esempio Parma». Il Pdl, ricorda Eboli, «ai tempi in cui in consiglio comunale si discuteva il progetto era favorevole alla sua costruzione, ma aveva espresso seri dubbi sui costi così esorbitanti. Oggi è davvero impressionante vedere una stazione così maestosa ma senza alcun servizio. Per esempio, all’interno della stazione non c’è neanche l’aria condizionata e non ci sono punti di ristoro. Per i malintenzionati è gioco facile prendere di mira i passeggeri che scendono dal treno di notte anche perché all’esterno manca pure l’illuminazione». Eboli puntualizza che la stazione  è stata inaugurata in pompa magna a giugno: «Si era da poco insediato il governo Letta e tra i partecipanti c’era l’immancabile Prodi e anche Graziano Delrio ora ministro per affari regionali, ma ai tempi dell’approvazione del progetto sindaco di Reggio». Quando le coincidenze non sono casuali…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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