La campagna di Renzi mette in difficoltà il Pd ed annuncia la crisi del governo Letta

8 Ago 2013 13:52 - di Gennaro Malgieri

Renzi ha aperto la “sua” campagna elettorale. Sul duplice fronte del partito e della premiership. Il discorso emiliano del sindaco di Firenze non lascia adito a dubbi. O meglio, i dubbi ci sono, ma nel Partito democratico che di fronte alla bordata renziana da un lato e l’intervista “spericolata” al Corriere della sera di Epifani dall’altro, continua paurosamente a sbandare. Sanno benissimo i dirigenti del Pd che tirando la corda nel modo in cui il segretario e l’aspirante segretario stanno facendo, le “larghe intese” possono andare a frasi benedire. Ed al più presto. lasciando non soltanto un vuoto politico, ma creando anche i presupposti di una implosione nello stesso partito nel quale la maggioranza della nomenklatura non digerisce Renzi e mal sopporta Epifani.

Dunque? Alla crisi oggettiva del Pdl, dove ci si barcamena ormai tra un proclama e l’altro in attesa che a settembre si “sciolga” il nodo Berlusconi, fa riscontro la crisi altrettanto “oggettiva” del Pd che non si azzarda a rompere, ma neppure a placare la sua voglia di farla fina con il governo Letta e con lo scomodo alleato.

È uno stato di insopportabile indecisione ancorché mitigato dall’approvazione tribolata del decreto “Fare” che ha subito alcune battute d’arresto che hanno messo in evidenza la fragilità della maggioranza. Intanto la sospensione dell’attività parlamentare non deve far pensare che venga sospesa l’attività politica. E’ proprio negli interstizi dell’apparente pausa estiva che si collocheranno le bordate di Renzi che in questo modo si prende dei vantaggi sugli avversari interni ed i pronunciamenti, non sappiamo quanto efficaci, dei “falchi” del Pdl cui rispondono le cosiddette “colombe” sostenendo la continuità del governo che vedono in serio pericolo al punto di ipotizzare le dimissioni dello stesso Berlusconi da senatore, cosa che non avverrà mai poiché, come tutti sanno, se ciò accadesse il leader sarebbe esposto a tutti i venti che soffiano dalle procure contro di lui.

Ecco, la situazione – come peraltro abbiamo scritto più volte nei giorni scorsi – è sostanzialmente imballata. L’unico che la dinamizza a proprio vantaggio è appunto Renzi che ne approfitta per proporsi come l’uomo nuovo (ma quanto è invecchiato ognuno lo può vedere ad occhio nudo!) del Pd e come possibile capo del governo. Le sue parole sono chiare e sono perfino ammiccanti nei confronti del centrodestra da dove si attende che arrivino i consensi.

Già, il centrodestra. In questa parte dello schieramento si può davvero attendere senza battere ciglio che il sindaco di Firenze faccia spericolate incursioni nel proprio elettorato approfittando della debolezza della leadership del Pdl?

È su questo interrogativo che falchi, colombe e pitonesse dovrebbero riflettere se non vogliono trovarsi in autunno con un pugno di mosche in mano. O ancor peggio senza un leader e senza una strada da intraprendere.

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