Inchiesta Mps, Gasparri: «Avevano una banca e forse l’hanno ancora…»

1 Ago 2013 19:07 - di Redazione

Il giorno dopo la conclusione della prima fase dell’indagine sullo scandalo Monte dei Paschi di Siena, che aggrava la posizione degli imputati, il Pd tenta un’ennesima difesa d’ufficio: «Sul caso Mps, al di là degli ennesimi titoli fuorvianti di qualche giornale, la vera notizia è che la presunta maxi-tangente destinata al Pd non è mai esistita», dice il deputato democratico Antonio Misiani. E chiama in causa la macchina del fango, che a ben altre cose è servita negli anni scorsi: «In campagna elettorale su questa vicenda era stata montata la peggiore macchina del fango mai vista nella nostra storia recente, una campagna denigratoria tanto violenta quanto strumentale che ha influenzato pesantemente l’esito delle elezioni politiche 2013». Ovviamente, le cose non stanno così: «Avevano una banca e forse l’hanno ancora», dice il vice presidente del Senato Maurizio Gasoarri; «Quanto emerge dall’inchiesta Mps è clamoroso benché non sia sorprendente. Basta leggere alcune cronache di oggi per capire come e chi decideva le nomine al Monte. Il vertice locale del Pds poi Pd, con l’avallo di quello nazionale, ha sempre dettato legge. Altro che rispetto del mercato, altro che distacco tra politica e affari» Secondo il senatore del Pdl «ci sarebbe da lavorare per mesi da parte della magistratura, è una conferma inequivocabile e chiarissima di un intreccio evidente e di vicende assai poco trasparenti». «Qualcuno – aggiunge Gasparri – è diventato di fatto proprietario di una banca, gestita con gli effetti che stiamo constatando, e con i danni alla comunità locale e a tutto il mondo finanziario e forse ai risparmiatori non solo italiani che tutti possiamo registrare. È poi significativo che alcune riunioni si tenessero presso la Fondazione di un noto esponente del Pd. Lo stesso – conclude Gasparri – che voleva vedere Berlusconi povero all’angolo di una strada e che evidentemente non ha mai temuto per sé questa prospettiva». Il riferimento è a Massimo D’Alema che viene citato in un articolo del Corriere della Sera sui rapporti tra politica e Monte dei Paschi.

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