Egitto, è golpe: i militari arrestano il capo del Fratelli musulmani. A processo il vice presidente El Baradei

20 Ago 2013 20:26 - di Antonio Pannullo

Ormai la parola si può pronunciare senza tema di smentita: golpe. Quello in atto in Egitto dal momento della deposizione del presidente letto Mohamed Morsi è un autentico colpo di Stato militare. Arresti, violenze, bagni di sangue, persecuzione degli oppositori, giornalisti uccisi, politici arrestati senza che di loro si sappia più nulla, rievocano gli anni dei generali argentini. E proprio in queste ore il presidente egiziano ad interim, Adly Mansour, ha deciso di aumentare a partire dal primo agosto gli stipendi di reclute, soldati e ufficiali dell’esercito, bastione dell’attuale leadership. La giornata è iniziata al Cairo con l’arresto della guida dei Fratelli musulmani, Mohamed Badia. La cattura è avvenuta in appartamento nei pressi di Rabaa, sul viale Tayaran, nella capitale egiziana. L’emittente egiziana Ontv, vicina al governo, ha trasmesso in esclusiva le immagini del leader dei Fratelli musulmani dopo il suo arresto. La guida spirituale della Confraternita appare in buone condizioni, seduto su un divano con un paio di uomini armati di Ak47 al fianco. Nel blitz che ha portato alla cattura di Mohamed Badia, è stato arrestato anche il portavoce dell’Alleanza delle formazioni pro-Morsi Youssef Talaat. Lo riferiscono le tv egiziane. Subito dopo la procura generale egiziana ha stabilito 15 giorni di carcerazione «preventiva» per la guida dei Fratelli Musulmani con l’accusa formale di avere incitato alla violenza i propri sostenitori. Sono poi circolate in Egitto voci – riprese dai social network – sul tentativo di suicidio con un coltello del presidente egiziano deposto Mohamed Morsi in carcere, secondo le quali sarebbe stato salvato nella notte dai militari. Immediata la smentita dei Fratelli musulmani secondo cui si sta preparando l’omicidio di Morsi in prigione. Intanto il capo della procura di el Azbakeya al Cairo ha deciso il fermo, per 15 giorni, di nove cittadini stranieri insieme ad alcuni membri dei Fratelli musulmani, con l’accusa di aver assaltato il commissariato di el Azbakeya e per atti di violenza contro le forze dell’ordine in piazza Ramses e vicino alla moschea al Fatah. Si tratti di 4 irlandesi, 2 canadesi, 2 siriani e un turco. Secondo l’ambasciata turca al Cairo, il cittadino turco arrestato è un fotografo che non ha partecipato alle violenze. Gli stranieri invece sostengono di essersi rifugiati nella moschea proprio per sfuggire alle violenze. E dopo Morsi, ora tocca al suo vice: è stata fissata al 19 settembre l’udienza a carico dell’ex vicepresidente egiziano Mohamed el Baradei, accusato di «tradimento». Lo riferisce il quotidiano el Wafd. Secondo il quotidiano, il processo al Nobel per la pace è stato intentato sulla base di un esposto presentato dal capo del dipartimento di diritto penale alla facoltà di Legge dell’università di Helwan, Sayed Atiq. L’ex vicepresidente ad interim, dimessosi dopo il bagno di sangue della scorsa settimana al Cairo, ha lasciato l’Egitto il 18 agosto scorso per Vienna.

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