Visco: «Alla fine del 2013 un primo segno di ripresa. Ma l’instabilità politica pesa in negativo»
Un cauto segnale di speranza sulle prospettive della nostra economia per il 2014, ma anche una chiara esortazione alla politica di mettere da parte le beghe e dare stabilità al sistema. È un Ignazio Visco agrodolce quello che ha fatto previsioni sulla nostra situazione a breve termine parlando con i giornalisti a margine del G20 di Mosca. A proposito di ripresa, il governatore di Bankitalia dice che, secondo le previsioni, «ci sarà un segno positivo nel quarto trimestre». L’auspicio è che l’economia sfrutti la «folata che ci aspettiamo nel prossimo semestre». Però c’è uno sfondo di «grande incertezza». E la politica ci mette del suo. «C’è un problema di stabilità istituzionale e politica che incide sulla capacità di cogliere le opportunità della ripresa».
È stata proprio l’instabilità italiana, secondo Visco, ha portare a una revisione del rating (in negativo) dei giorni scorsi. Ma – ha voluto precisare– tale revisione appare «non coerente con i fondamentali» della nostra economia. Come non coerente con l’assetto dei nostri conti pubblici e con le prospettive, pur timide, di ripresa per il prossimo anno appare anche lo spread tra Btb e Bund, che dovrebbe attestarsi, se dovesse effettivamente corrispondere ai dati reali, intorno a quota 100 invece dei 280-290 attuali. Il sistema bancario italiano è sostanzialmente solido, «non ci sono segni di preoccupazione eccessivi». Il governatore della Banca d’Italia ha voluto rassicurare comunque l’opinione pubblica nazionale assicurando che, al summit di Mosca, non «si è parlato di un rischio Italia». Il fatto è che «sono trent’anni che non ci aggiustiamo con il resto del mondo». «Dobbiamo aspettare –dice Visco– che le imprese cambino tecniche di produzione, che si assorba la disoccupazione che per molto tempo sarà difficile assorbire». Ma di cosa ha parlato (e di che cosa continua a parlare) la politica italiana in tutto questo tempo?