Treno deragliato, ha un nome la vittima italiana: Dario Lombardo, 25 anni, siciliano. Arrestato il macchinista: rischia 312 anni di carcere
26 Lug 2013 20:00 - di Redazione
Ha un nome anche la vittima italiana nel deragliamento del treno avvenuto in Spagna alle porte di Santiago de Compostela. Lo ha confermato la Farnesina. Si tratta di Dario Lombardo, 25enne originario della Sicilia ma residente in Germania. Intanto si apprende che il sistema di allarme per segnalare l’eccessiva velocità nella curva in cui è avvenuto l’incidente ferroviario di avrebbe funzionato. Il sistema, visivo e acustico, ha segnalato al conducente che la velocità era superiore a quella prevista. Ora il macchinista rischia fino a 312 anni carcere. Le famiglie delle vittime potrebbero chiedere 150mila euro ciascuno di risarcimento. Il deragliamento del treno ha provocato 80 morti e almeno 180 feriti.
Dario Lombardo era originario di Forza d’Agrò, nel Messinese, ma da anni residente in Germania con i genitori. Il ragazzo stava recandosi a Santiago de Compostela per raggiungere degli amici. Nella città sono già arrivati i suoi genitori, assistiti dai funzionari dell’ambasciata italiana. Il rientro della salma avverrà nei prossimi giorni. Anche un’amica ucraina con la quale era in contatto durante il viaggio ha confermato che il giovane studente messinese era sul treno deragliato. Lo riferisce il sindaco di Forza d’Agrò, Fabio Di Cara, dove il giovane aveva i nonni e alcuni zii. Il giovane, aggiunge il primo cittadino di Forza d’Agrò, si trovava sul treno perché a Madrid aveva perso la coincidenza aerea. Invece di aspettare diverse ore un nuovo volo ha preferito proseguire in treno. In Spagna, intanto è il primo dei tre giorni di lutto nazionale, mentre ancora non è stata fissata la data dei funerali delle 80 vittime, in quanto 13 non sono ancora state identificate. La polizia spagnola ha formalizzato l’arresto di Francisco Jose Garzon Amo, il macchinista. L’uomo, che ha ammesso di aver percorso la curva nella quale è deragliato il treno a una velocità di 190 chilometri orari, anziché a 80 all’ora come invece previsto, si trovava fino a oggi in stato di fermo in ospedale. Sarà interrogato dal magistrato. «Il macchinista – ha detto Jaime Iglesias, capo della polizia della Galizia – è formalmente agli arresti dalle 20 di giovedì, con l’accusa dei reati che gli si contestano in relazione all’incidente occorso».