Siria, giallo sul “rapimento” di padre Dall’Oglio. Forse sta trattando con gli estremisti per la liberazione di un amico

30 Lug 2013 15:42 - di Antonio Pannullo

È un vero e proprio giallo il rapimento di padre Paolo Dall’Oglio in Siria a opera di estremisti islamici. Anzi, non è neanche certo che si sia trattato di un rapimento. L’unica cosa certa è che padre Dall’Oglio non ha più dato notizie da sabato, quando ha scritto sulla sua pagine Facebook che era in Siria per una «missione molto importante». A quanto pare, questa missione era quella di liberare un suo amico dalle mani dei terroristi, per cui l’unica ipotesi che si può fare è che Dall’Oglio, che da anni sostiene il dialogo tra cristiani e musulmani, sia stato “trattenuto” in attesa della fine della trattativa. È certo anche che Dall’Oglio ha ottimi rapporti con alcuni di questi gruppi estremisti e che ha pessimi rapporti con il governo di Damasco. Farnesina e Vaticano non confermano né smentiscono nulla: né il rapimento, segnalato dalla Reuters lunedì, né la liberazione, resa nota su Twitter. In passato Dall’Oglio ha già fatto da mediatore in questo tipo di sequestri da parte di terroristi.

Il gesuita è scomparso a Raqqa. Dall’Oglio, 59 anni, romano, per piu’ di trent’anni ha promosso in Siria il dialogo islamo-cristiano. Fondatore della comunità monastica di San Mosè l’Abissino, per lungo tempo è stato a capo della comunità monastica di Mar Musa, a nord di Damasco. Fino al giugno del 2012, quando è stato espulso dalle autorità del regime dopo aver preso posizione a favore del piano di pace dell’allora inviato speciale Onu per la Siria, Kofi Annan. A febbraio era rientrato in Siria dal Kurdistan iracheno in un pellegrinaggio. Come aveva raccontato in un’intervista telefonica all’Ansa, «sono qui per esprimere solidarietà a tutto il popolo siriano, dimenticato dall’irresponsabilità internazionale». Qualche giorno fa aveva anche lanciato un appello a papa Francesco affinché il pontefice promuovesse «un’iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria».

In definitiva, la Farnesina per ora non conferma la liberazione né le circostanze del rapimento, mentre la Santa Sede non conferma neanche il rapimento, rimandando però tutto al nostro ministero degli Esteri: «Se ne sta occupando la Farnesina». Secondo una fonte diplomatica che si sta occupando della vicenda, che però è voluta rimanere anonima, la notizia del rapimento è «da prendere con le molle». Però, lo stesso diplomatico ammette che a rendere la vicenda ancora più misteriosa è il fatto, sottolinea la fonte, che è questa la prima volta che il religioso italiano si reca in Siria senza preavvertire diplomatici italiani o la nunziatura apostolica a Damasco, come aveva invece fatto in occasione di altre visite compiute negli ultimi mesi nella parte del territorio sotto il controllo dei ribelli nel nord del Paese. «In quelle occasioni ci dava notizie dei suoi spostamenti, mentre questa volta c’è stato un silenzio assoluto», afferma il diplomatico.

 

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