Ricchi, drogati e immorali: quei monaci buddisti dovrebbero prendere esempio da Francesco

10 Lug 2013 17:59 - di Redattore 92

Nei giorni in cui Papa Francesco impone una svolta di morigeratezza alla Chiesa cattolica, la Thailandia è scossa da una serie di scandali  legati alla condotta dissoluta e immorale del clero. Buddista. Fosse successo nella Chiesa cattolica, i media di tutto il mondo ci avrebbero propinato servizi scandalistici a tutto spiano. Succede tra i monaci buddisti e la cosa passa pressoché sotto silenzio. Due episodi in poche settimane, entrambi avvenuti in Thailandia, che rappresentano solo la punta dell’iceberg. L’ultimo in ordine di tempo ha del clamoroso. Le autorità religiose di Bangkok hanno sospeso oltre 31 monaci di una provincia occidentale del Paese, colpevoli di aver utilizzato droghe illegali. Lo ha rivelato oggi un funzionario governativo. Uno di questi è stato accusato di traffico di stupefacenti, dopo che i monaci di diversi monasteri nella provincia di Saraburi erano risultati positivi al test delle urine, che ha rivelato l’uso di metanfetamine. Gli ex monaci potranno essere riammessi solo se riusciranno a disintossicarsi. Negli ultimi tempi il clero in Thailandia – Paese al 95% buddista e dove la religione è considerata uno dei tre “pilastri” del potere – è stato coinvolto in una serie di scandali riguardanti monaci libertini, dediti al gioco d’azzardo e al consumo di alcolici. In giugno le immagini di alcuni monaci buddisti a bordo di un jet privato e in possesso di gadget di lusso (borse di Louis Vitton e costosi smartphone) hanno scatenato in Thailandia una polemica sullo stile di vita di parte del clero nazionale.

Nel filmato, che ha avuto oltre duecentomila visualizzazioni, i monaci si preparano al decollo rilassandosi sui lussuosi sedili, indossando occhiali da sole stile Top Gun. Sul sedile accanto una borsa di Louis Vuitton, mentre uno dei due ascolta musica col suo iPod. Il direttore generale dell’ufficio nazionale del buddismo aveva annunciato spiegazioni e provvedimenti che, a distanza di un mese, non sono mai state fornite. Solo nell’ultimo anno, più di trecento monaci sui sessantamila presenti nel Paese, hanno ricevuto sanzioni – in alcuni casi l’allontanamento dal monastero – per condotte inappropriate o addirittura per comportamenti criminali.

 

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