L’Uomo Tigre in Parlamento: eletto con la destra giapponese il mito del wrestling Antonio Inoki

22 Lug 2013 18:14 - di Guido Liberati

L’ex stella del wrestling giapponese Antonio Inoki, famoso in Italia anche per essere entrato a pieno titolo tra i protagonisti della serie di cartoni animati Uomo Tigre, ritorna sul ring della politica. All’età di 70 anni, Inoki è stato rieletto senatore nella quota proporzionale per la destra giapponese, il Partito della Restaurazione alle elezioni di rinnovo parziale della Camera Alta. «Sono felice, mi occuperò di energia e agricoltura, temi che conosco», ha detto ai numerosi fan durante i festeggiamenti. Inoki ha fatto già parte della Camera Alta nel 1989, in rappresentanza del Sports Peace Party, formazione politica ora scomparsa. Durante il suo mandato parlamentare, si adoperò nel 1990 per il rilascio degli ostaggi giapponesi in Iraq, durante la Guerra del Golfo andando a parlare direttamente con Saddam Hussein. Vero nome Antonio Kanji, è nato a Yokohama il 20 febbraio 1943. Emigrato in Brasile nel ‘ 57, comincia con l’atletica poi passa al wrestling e ne diventa il mito assoluto. Entrato nella storia dello sport asiatico come Muhammad Ali, proprio contro il campione del mondo di boxe si esibì nel 1976 in un leggendario match-esibizione per beneficenza, finito ovviamente in parità. Nel 1995 organizzò un evento di wrestling a Pyongyang, negli sforzi per aprire un dialogo di pace tra la Corea del Nord e i Paesi vicini, diventando da allora uno dei giapponesi più amati e rispettati, puntualmente invitato alle solenni commemorazioni del regime. In tempi più recenti Inoki si è impegnato attivamente nella ricostruzione dei Paesi distrutti dallo tsunami del 2007.

L’elezione di Inoki per il partito per la Restaurazione del Giappone, ha sollevato più di qualche commento critico sui media giapponesi. Il fondatore, il 43enne sindaco di Osaka Toru Hashimoto, in più di un’occasione si è rifiutato di riconoscere il passato imperiale giapponese. Tra i punti centrali del partito, la riduzione delle tasse,  federalismo, elezione diretta del premier, ma soprattutto l’abolizione della clausola pacifista presente nella Costituzione, che afferma la rinuncia del Giappone alla minaccia o all’uso della forza militare. Con la presenza di una leggenda dello sport come Inoki nella pattuglia di senatori (sette), il partito ha ricevuto un improvviso picco di popolarità.

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