Boldrini e Grasso: due “narcisisti” ai vertici di Camera e Senato
Sarà per narcisismo o per una voglia matta di mettersi sotto i riflettori. Ma i presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso, continuano a stupire (negativamente) per le loro uscite sopra le righe e sotto ogni logica politica. A tornare all’attacco è Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, che fa notare come la seconda e la terza carica dello Stato «sono l’esito di uno momento politico temerario», perché i loro nomi spuntarono quando Bersani coltivava sogni di maggioranze strampalate». Quindi il loro atteggiamento è per certi versi anche capibile. Tutto però ha un limite. «Quella stagione è finita, ed è bene che la strana coppia recuperi il senso delle istituzioni e la finisca di coltivare velleità non in linea con il proprio compito di rappresentanza democratica». Le presidenze delle due Camere, osserva il parlamentare, «sono oggi totalmente dissonanti rispetto al sentimento di una larghissima maggioranza, non solo del Parlamento ma dell’intero Paese. Rischiano di vanificare così il cammino difficile ma produttivo che la grande coalizione di Letta e Alfano sta intraprendendo. Non abbiamo certo bisogno di massimi rappresentanti delle istituzioni che lavorino per disegni organici a minoranze estremiste». Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera «ci sono gesti che preoccupano». Nei giorni scorsi, ad esempio, la presidente Boldrini si è schierata senza nemmeno un velo di pudore dalla parte della Fiom rifiutando di incontrare non tanto l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, quanto la grandissima parte dei lavoratori di Val di Sangro, come se la cittadina presidente dovesse rispondere non al popolo italiano ma a Landini e Vendola. Il presidente Grasso, a sua volta, domenica scorsa aveva di fatto preconizzato una nuova maggioranza sostenuta dai grillini, costringendo il capo dello Stato a riparare i danni minimizzando». È evidente che atteggiamenti di questo genere non possono essere tollerati: ai presidenti di Camera e Senato si chiede equilibrio e rispetto delle istituzioni, l’avventurismo e la partigianeria debbono rimanere fuori dal portone di Montecitorio e di Palazzo Madama.