Gli insulti di Borghezio coprono (per poco) il “caso Idem”. E pure il Pd di Ravenna scarica il ministro

21 Giu 2013 20:19 - di Redattore 92

«Claudio Scajola aveva case a sua insaputa. Josefa, Idem». La battuta che da alcuni giorni circola sul web sintetizza alla perfezione l’ironia che circonda lo strano caso della ministra dello Sport e delle Pari opportunità. «Ha commesso quello che in Italia è un peccato veniale ma nella sua Germania, per chi fa politica, sarebbe stato imperdonabile», ha commentato su Twitter un illustre supporter della Idem come Gad Lerner. C’è poi chi infierisce ripescando il ruolo di testimonial nella campagna anti-evasione condotta dal ministero delle Finanze. La Idem in prima fila, meno di due anni fa, accanto a Befera e al campione del nuoto Massimiliano Rosolino. Per fortuna della Idem, c’è Mario Borghezio. L’esponente leghista andrebbe messo sotto tutela dal Pd come specie protetta. Ogni volta che la sinistra è in difficoltà, arriva lui a dire qualche corbelleria. Intervistato da Klaus Davi  l’eurodeputato della Lega Nord ha attaccato la Idem con una delirante arringa: «Le vere puttane non sono quelle che esercitano la professione, sono quelle piene di ipocrisia (intendo politicamente parlando) che dicono una cosa e ne fanno un’altra». Scontato e unanime il coro di critiche al leghista e le conseguenti espressioni di solidarietà (bipartisan) alla campionessa olimpica.

Al di là delle castronerie di Borghezio restano però i fatti. Alla Procura di Ravenna sono arrivate da poche ore le carte che riguardano le abitazioni della Idem. Due i fronti di eventuale rilevanza penale: il presunto abuso edilizio sulla palestra-casa e la dichiarazione sulla residenza nella casa a poche centinaia di metri da quella del marito. Il ministro in un’intervista a Repubblica ha spiegato che non ci pensa proprio a dimettersi, dando la colpa di tutto al suo commercialista: «Nella mia vita ho passato sempre tre settimane al mese in canoa. Ho sempre delegato ai tecnici». Basterà a evitare le dimissioni? Al momento quasi tutti i partiti, dal Pdl alla Lega, da Fratelli d’Italia al M5S hanno auspicato un passo indietro del ministro. L’ultima sollecitazione è quella più imbarazzante per la canoista. «Sono tre punti che il ministro Josefa Idem deve personalmente chiarire: l’abuso edilizio sulla palestra, l’eventuale uso pubblico della struttura e l’evasione su Imu e Ici».  Stavolta non è Borghezio a chiederlo, ma Alberto Pagani. Parlamentare Pd e coordinatore provinciale del partito proprio nella sua Ravenna. Se non è una richiesta di dimissioni, ci manca poco.

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