Sei disoccupato? Canta che ti passa… al concertone “rosso” del Primo Maggio

24 Apr 2013 20:43 - di Francesco Signoretta

Sei disoccupato? Canta che ti passa. Il Primo Maggio si festeggia un assente, il lavoro. E lo si festeggia, come di tradizione, con la musica. Cgil, Cisl e Uil danno lo zuccherino. Con le  imprese che chiudono, i licenziamenti che aumentano, la cassa integrazione in deroga che ha terminato i fondi disponibili, gli esodati che attendono risposte che non arrivano, si brinda alla ricorrenza con il concertone del Primo maggio a piazza San Giovanni a Roma. Alcuni attori – quasi come beffa – leggeranno sul palco testi sul tema del lavoro, ma il pezzo forte sono sempre le canzoni e  gli interpreti: tutti rigorosamente di sinistra. Un piccolo Sanremo alla Fabio Fazio, presentato – non a caso – da Andrea Vianello e trasmesso da Rai3 dalle 15 alle 24. Il tema sarà la«Musica per il nuovo mondo. Spazi, radici, frontiere». Argomento che non dice nulla a chi non percepisce  da mesi una busta paga, ma ben si presta per fare demagogia sulla base della contrapposizione, da sempre cara alla sinistra, tra capitale e lavoro. E c’è da credere che la cara vecchia lotta di classe, morta e sepolta quasi in tutto il mondo, che  vivrà una nuova giornata di gloria. Intermezzo, c’è da scommettere, gli sfottò a Berlusconi, l’ortodossia della sinistra, la spocchia di certo intellettualismo illuminato e allo stesso tempo cieco, la nostalgia delle lotte operaie, qualche Bella ciao a sprazzi e chi più ne ha più ne metta. Il parterre degli artisti che si alterneranno sul palco promette bene in questo senso. Elio e Le Storie Tese, Max Gazzé, Cristiano De André, I Ministri, Africa Unite e Marta sui Tubi, Motel Connection, Enzo Avitabile e i Bottari, Management Del Dolore Post Operatorio e Marco Notari. Tutti politicamente corretti. Qualche canzone di Dalla, Celentano, De Gregori, Battisti e altri, interpretata daNiccolò Fabi, Federico Zampaglione, Elio ed  Erica Mou, e poi si riparte. Poca scenografia e niente catering, solo musica dal vivo che, c’è da crederlo, porterà in piazza decine di migliaia di giovani e di ragazzine impazzite. E i lavoratori?  Resteranno a casa loro, a pensare come sbarcare il lunario e a fare gli scongiuri e ad augurarsi che finalmente ritorni lo sviluppo e  rinasca la speranza. Per chi? Per chi cerca un’occupazione, ovviamente. I cantanti sul palco problemi non ne hanno, per loro la crisi è un’astrazione.

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