Ora il Pdl chiede la testa di Onida: «L’emerito presidente sta per diventare emerito saggio»

4 Apr 2013 19:27 - di Redattore 92

«Dopo i giudizi trancianti sull’incarico ricevuto dal Capo dello Stato e sulla sua inutilità, sul Pd e sul leader del Pdl, il professor Onida cosa aspetta a lasciare?». A chiederlo Altero Matteoli, dopo lo scherzo telefonico che ha svelato intenzioni e opinioni del presidente emerito della Consulta. «Complimenti alla Zanzara per averci fatto scoprire che anche i saggi in privato, ma solo in privato, dicono ciò che realmente pensano. Ora che Onida è stato beccato – conclude il senatore Pdl – ci aspettiamo le dimissioni che sono inevitabili». Sul filo dell’ironia il commento di Daniele Capezzone: «La domanda nasce spontanea, come diceva il noto conduttore televisivo. Dopo quello che il professor Onida ha detto sui saggi e la loro inutilità; dopo quello che ha detto sul capo di uno dei maggiori partiti italiani, votato da 10 milioni di elettori; dopo tutto ciò, come fa il professor Onida a rimanere al suo posto?». Si chiede infatti il coordinatore dei dipartimenti Pdl: «Come fanno gli altri nove a rimanere accanto a lui, senza scoppiare a ridere? Ma c’è poco da ridere, quando sono passati ben 38 giorni dal voto. La pazienza degli italiani comincia ad esaurirsi…», conclude Capezzone.

Anche Luca D’Alessandro ironizza sul «presidente emerito della Consulta, in procinto di diventare saggio emerito». Per il parlamentare Pdl Onida «ci ha dato un saggio (verrebbe da dire, usando un gioco di parole) del grado di equilibrio e imparzialità che lo anima. Se uno dei presunti facilitatori del Quirinale arriva al punto di attaccare Berlusconi, sostenendo che «vuole solo protezione», che è anziano, speriamo decida di godersi la vecchiaia e lasciare in pace gli italianì, vuol dire che non possiamo nutrire alcuna speranza in chi è stato incaricato di unire e trovare convergenze, mentre passa invece il suo tempo ad insultare il leader di un partito che non ha vinto le elezioni solo per lo 0,37 per cento».  Per D’Alessandro, «visto che la melina ormai traspare nelle stesse parole dei protagonisti, sarebbe ora di finirla con i giochetti e di cominciare a giocare a buon ritmo, nell’esclusivo interesse degli italiani. O si arriva quanto prima ad un’intesa ampia e a un governo o si deve tornare al voto».

In una nota Valerio Onida, preso atto delle polemiche suscitate dalla sua telefonata, si è scusato con Napolitano e con Berlusconi: “Esprimo il mio rammarico per l’imbarazzo che la pubblicazione può aver creato al Presidente, e le mie scuse a Berlusconi perché un mio giudizio privato, espresso in chiave ironica e autobiografica – ho detto che sono un suo coetaneo – diventando pubblico potrebbe averlo ingiustamente offeso”. Onida ha anche chiamato il capo dello Stato dando la sua disponibilità al ritiro dal gruppo dei saggi ma il presidente gli avrebbe risposto che dinanzi alle provocazioni si risponde con la responsabilità. Di qui l’opzione per la nota con le scuse a Napolitano e a Berlusconi.

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