La crisi uccide ancora: a Torino si impicca un muratore che aveva perso il lavoro

17 Apr 2013 19:19 - di Redazione

La crisi uccide ancora e ancora una volta a Torino. A soli tre giorni dalla morte del grossista ortofrutticolo strozzato dai debiti e dalle cartelle esattoriali, ieri sera un muratore si è ucciso impiccandosi dopo avere saputo dalla ditta che il lavoro, un cantiere alla periferia del capoluogo piemontese, era finito e che non c’era più posto per lui. L’uomo, 38 anni, conviveva con la compagna incinta di sei mesi in un appartamento del popolare quartiere Barriera di Milano, nella zona nord-orientale della città. Dopo avere ricevuto improvvisamente il benservito, ha perso la speranza di trovare un nuovo lavoro e di poter dare un futuro ai propri cari e ha visto l’unica soluzione nella morte. Nulla, tuttavia, lasciava presagire il drammatico epilogo. Il muratore aveva avuto una giornata tranquilla. Arrivata l’ora di cena, ha detto alla donna che doveva recarsi in cantina per recuperare un attrezzo. E lei gli ha creduto. Si è allarmata soltanto quando i minuti sono diventati oltre un’ora di attesa e così è scesa a vedere che cosa fosse successo, trovandosi davanti una scena raccapricciante. Lui si era appeso a una trave della cantina utilizzando del filo elettrico. La donna ha cominciato a urlare e sono accorsi i vicini. Qualcuno ha chiamato il 118, ma all’arrivo dell’ambulanza il muratore era già morto. Poco dopo è arrivata la polizia. La donna era in forte stato di choc ed è stata trasportata in ambulanza all’ospedale Giovanni Bosco, dove è stata trattenuta per accertare che lei e il bimbo che porta in grembo stessero bene. Tutto quel che ha saputo dire, singhiozzando, è stato che il compagno non aveva mai avuto altri problemi, che non era depresso e che l’unica ragione che avrebbe potuto portarlo a quel gesto estremo era la paura di non poter provvedere a lei e al bambino. Gli agenti non hanno trovato alcun biglietto.

Il suicidio dell’operaio è accaduto quando si devono ancora celebrare i funerali del grossista che sabato scorso si è tolto la vita sparandosi nella sua abitazione, dopo avere annunciato alla moglie per l’ennesima volta di volerla fare finita perché non ce la faceva più a portare avanti la sua piccola attività. Sempre oggi, in Sicilia, a Taormina si è tolto la vita un imprenditore. Titolare di un residence nella località turistica, l’uomo, 76 anni, secondo quanto è stato riferito dai familiari, soffriva di crisi depressive.

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