Il ritorno delle comparse: prima fischiavano il Cav, ora i grillini (sempre in nome e per conto della sinistra)

3 Apr 2013 17:41 - di Girolamo Fragalà

Il ritorno delle comparse. Di solito il fattaccio accade a Berlusconi: non più di quattro o cinque “persone organizzate” lo attendono per fischiarlo o per insultarlo e i giornali titolano “Il Cavaliere contestato in piazza”, dando l’idea di una specie di rivolta popolare. La novità è che stavolta è accaduto ai grillini: un episodio quasi irrilevante, subito enfatizzato dai quotidiani online e finito subito nel tritacarne mediatico. Il titolo più gettonato: Deputati contestati davanti alla Camera: “Votate la fiducia”. Detta così, sembra che ci siano state centinaia di persone, uomini e donne di tutt’Italia, a insultare i Cinquestelle per il mancato appoggio (guarda caso) a Bersani. Ma basta leggere nei dettagli la notizia per rendersi conto che la verità è tutt’altra: di fronte al noto bar Giolitti, a pochi metri da Montecitorio, il deputato Massimo Artini è stato avvicinato da un uomo (uno solo, non cinquanta né mille) che con toni animati ha criticato la linea tenuta dai parlamentari grillini e in particolare la scelta di non votare la fiducia a Bersani. A lui si sono aggiunte tre o quattro persone al massimo. Vista la scena, si è avvicinato Massimo De Rosa, altro deputato del M5S, che si è sentito dare del “bamboccione”: «Non mi faccio dire sveglia bamboccione da lei», ha replicato al contestatore. Poi la situazione si è calmata, grazie alla presenza dei carabinieri. Il commento dei grillini: «I soliti troll». Ossia i soliti provocatori, i fomentatori. Né più né meno quello che ha sempre detto il Cav. Probabilmente sono gli stessi che contestano Berlusconi perché il caso vuole che questi troll facciano sempre il gioco della sinistra. O meglio, del Pd. Il copione è identico, anche se cambiano i volti delle comparse e gli obiettivi da colpire: non bisogna disturbare il manovratore. Caso vuole che il manovratore sia perennemente uno di sinistra. Troppe coincidenze politiche, nasce il sospetto che anche il regista delle sceneggiate non cambi mai. Ciak si gira, prima a Palazzo Grazioli, poi a Montecitorio.

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