Argentina, la comunità italiana sul piede di guerra: la statua di Colombo non si tocca

20 Apr 2013 18:45 - di Giovanni Trotta

A Buenos Aires è scoppiato il “caso Cristoforo Colombo”. Un monumento del grande navigatore genovese donato dalla collettività italiana in Argentina nel 1921 per il primo anniversario della Rivoluzione di Maggio, potrebbe infatti essere spostato dalla piazza davanti alla Casa Rosada, che è chiamata piazza Colon, dove si trova ormai da molti anni, e portato nella città portuale di Mar del Plata. L’iniziativa è partita dal governo della presidente Cristina Fernandez de Kirchner. La comunità italiana  respinge la proposta, dichiarandosi anzi offesa per «l’oltraggioso» trasloco. Il progetto promosso dal governo è stata subito respinto da diversi media e organismi della comunità, e del disappunto si é fatto interprete l’ambasciatore Guido La Tella nei suoi contatti con le autorità locali. Per poter essere esecutiva, l’iniziativa deve avere il via libera del sindaco di Buenos Aires, Mauricio Macri: «Per portare il monumento in un altro spazio pubblico, c’é bisogno di una nostra pronuncia», precisa infatti l’assessore all’Ambiente di Baires Diego Santilli. Martedì prossimo è in programma una manifestazione organizzata dal Comites di Buenos Aires proprio nella “plaza Colon” alle spalle della Casa Rosada. L’obiettivo è «salvare il nostro monumento», afferma il quotidiano Tribuna Italiana. Fra le altre iniziative contro il progetto, ci sono poi i ricorsi presentati alla magistratura da uno studio di avvocati di origine italiana. Tra l’altro, si calcola che 25 dei 40 milioni di abitanti del Paese hanno almeno un antenato italiano. Il monumento è opera dello scultore fiorentino Arnaldo Zocchi. Dal 2007, l’intera piazza è circondata da un’inferriata che ne impedisce la circolazione per ragioni – afferma sempre il governo – di sicurezza, decisione anche questa che subito era stata accolta con proteste. Secondo il progetto, al posto del monumento (alto sei metri, dal peso di 38 tonnellate, in marmo di Carrara), al centro della piazza che si chiamerà “dei popoli originari”, verrà collocata una statua in omaggio a Juana Azarduy, donna simbolo dell’indipendenza della Bolivia, che ha combattuto anche con il generale argentino Manuel Belgrano. La donna è stata nominata post mortem dalla Kirchner generale dell’esercito argentino. «Colombo non è un invasore, è lo scopritore dell’America», dice da parte sua Tullio Zembo, ex giornalista, ovviamente italo-argentino, di L’Italiano, che riassume lo stato d’animo della comunità italiana di Buenos Aires: un rifiuto assoluto di trasferire monumento. Spiega ancora il giornalista: «La figura di Colombo è simbolica per gli emigranti italiani in tutto il mondo: la comunità di New York, per esempio, tiene ogni 12 ottobre la parata del Columbus day. In Argentina ci sono circa un milione di italo-argentini, ossia con la doppia nazionalità. Nel frattempo, Marco Busti, proprietario della rivista Tribuna Italiana , ha dichiarato: «Le associazioni della comunità hanno scritto al Segretario generale della Presidenza Oscar Parrilli, ma non ha avuto risposta». Intanto, l’addetto culturale dell’ambasciata di Argentina in Bolivia, Daniel Ricardo Beltramo, ha confermato che il presidente ha ordinato il cambio di monumenti. Addirittura sarebbero stati anche chiesti preventivi per il trasloco, il che pone qualche difficoltà, perché il monumento è alto sei metri e pesa 38 tonnellate… Probabilmente la decisione della Kirchner è legata sia a un nazionalismo continentale risorgente, sia al fatto che la seconda ondata migratoria nel Paese latino americano è formata proprio da boliviani, che forse si intende omaggiare con il monumento all’eroina.

 

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