Vendola-Bersani-Grillo: il triangolo no, il Pd non l’aveva considerato…

2 Mar 2013 20:08 - di Antonella Ambrosioni

Grillo sfotte Vendola. Vendola invita Bersani a dialogare con Grillo. Bersani sfida Grillo: «Parliamo di democrazia». Un sillogismo o un sofismo, non si capisce bene. Uno strano triangolo-rompicapo di cui non si riesce ancora a trarre le somme. Inizia il leader di M5S a dare al segretario di Sel del voltagabbana: «Vendola ha due facce, si è “ingrillato” all’improvviso dopo le elezioni, si è vestito di nuovo come le brocche dei biancospini. Sembra un’altra persona. Ha un rinnovato linguaggio, comunque sempre variegato, e adopera inusitate e pittoresche proposizioni verso il M5S. Vendola ci ama». Dal suo blog Grillo ironizza e riporta gli attacchi da lui ricevuti in campagna elettorale dal leader di Sel. Il governatore della Puglia non sembra raccogliere la provocazione, anzi, intervistato a Presadiretta da Riccardo Iacona, invita Bersani a scendere sul terreno grillino: «Ho capito il suo approccio», dice a proposito del comico genovese, «e credo che dobbiamo addestrarci a stare dentro quell’approccio. Dobbiamo rispettare il nostro interlocutore. Lui ci propone uno schema di gioco nuovo, inedito. Il vento oggi è quello del cambiamento». Vendola invita, dunque, Bersani a giocare con uno schema diverso e il messaggio viene ricevuto. Ma andiamoci piano, risponde Bersani, che  sempre a Presadiretta lancia una sfida precisa a Grillo. Cambiare “modulo”? Ok, ma che il terreno di gioco sia quello della democrazia, avverte. «Grillo non mi impressiona. Ho le spalle abbastanza solide per sopportar tutte le battute e gli insulti. Gli pongo una sola questione, che si chiama democrazia. Io voglio fare una legge sui partiti e sono pronto a discutere del finanziamento ai partiti». E poi lo interroga a distanza: «Adesso dico a Grillo: finanziamento ok, però tu adesso mi spieghi, quando facciamo la legge sui partiti, com’è la trasparenza e la partecipazione, come si eleggono gli organismi dirigenti, com’è il codice etico per le candidature». Insiste ancora, non molto sicuro evidentemente della sensibilità democratica mostrata dal leader di M5S. «Parliamo di democrazia che è un bene indivisibile, non ci può essere l’uomo solo al comando. Dopo Bersani c’è il Pd, dopo Grillo voglio sapere cosa c’è -chiede- non per Grillo, ma per l’Italia. Su questo noi non molliamo, su tutto il resto si discute. Perché per la democrazia c’è morta troppa gente, ok?». Se va bene a Grillo….

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